21 aprile 2013

A proposito di Medvedev (XIV)

Il miglior compagno di Bilalov

La revisione delle fiches di Medvedev

19.04.2013, 15.03
Martedì davanti alla Casa Bianca [1] è comparso un cartello "Ieri presidente, oggi premier, domani prefetto". La cosa più probabile è che in tal modo il pubblico liberale cercasse di fare arrabbiare la sua ex speranza Dmitrij Medvedev, che non ha realizzato le scommesse creative. Sulle persecuzioni del capo dei "Kurorty Severnogo Kavkaza" [2] Bilalov, come pure su altri progetti che erano creature di Dmitrij Medvedev ancora ai tempi della sua presidenza, leggete nell'articolo di “Kavkazskaja politika”.
Anche se non li ha realizzati, può ancora andare bene – se ci ripensa e si corregge e si unisce al partito anti-putiniano che si sta formando nell'élite.
Tra l'altro a Dmitrij Medvedev resta poco tempo – è necessario ai liberali solo in qualità di premier, ma privato della Casa Bianca, perderà istantaneamente tutta la sua attrattiva. Ecco che si affrettano, dandogli del prefetto. Si imbizzarrirà all'improvviso? Le chances sono minime, ma le puntate sono molto alte.
Tanto più che spronano Medvedev non solo i creativi – allo stesso momento dell'affissione del cartello indirizzato al futuro capo di circoscrizione, ben vicino, per l'appunto a metà strada tra il Cremlino e la Casa Bianca, nell'ufficio dei "Kurorty Severnogo Kavkaza" si sono svolte delle perquisizioni. Gli inquirenti sono giunti all'ufficio di Achmed Bilalov, diventato famoso in tutta la Russia dopo la strigliata datagli in assenza da Putin ai cantieri olimpici a Soči.
Da allora già da due mesi il "compagno Bilalov" non compare in Russia, ma i casi contro di lui acquistano un carattere sempre più serio. Che c'entra qui Medvedev? C'entra perché il progetto di costruzione di un centro turistico nel Caucaso del Nord è una delle fiches simboliche della presidenza di Medvedev accanto al ritiro degli organi di potere dalla capitale, all'abolizione dell'ora legale e a Skolkovo [3].
E tutte queste iniziative, in ciascuna delle quali c'è un grano di buon senso diventato sotto i raggi dell'idiozia un progetto incapace di vivere, si trovano ora a dir poco in sospeso. Inoltre lo stesso Bilalov è una creazione personale dell'ex presidente.
Nella storia dell'ascesa e della caduta dell'uomo d'affari àvaro [4] e del suo progetto si riflettono tanto tutti i problemi del Caucaso del Nord, quanto quelli di Dmitrij Medvedev, cioè del liberalismo russo contemporaneo.
La stessa comparsa del progetto KSK è legata all'Olimpiade di Soči. Nel 2009, facendo sci alpino a Krasnaja Poljana [5], Medvedev, dopo aver sprecato il primo anno di presidenza, conversò con l'ex deputato della Duma di Stato Achmed Bilalov, che era appena diventato vice-presidente del Comitato Olimpico Russo. L'uomo d'affari mostrò al presidente l'impianto di risalita e le piste da sci costruite dalla sua ditta (in realtà comprati poco prima da un'altra compagnia e finiti di costruire).
L'ammirato presidente, a quel tempo non solo conoscente di Bilalov, ma anche, più probabilmente, ben preparato all'incontro dal suo consigliere Dvorkovič (da suo cognato daghestano), era in ottima disposizione di spirito e pensava a come organizzarci il Caucaso.
Qui Bilalov propose – possiamo costruire in tutto il Caucaso del Nord le stesse località sciistiche moderne e ciò non solo attrarrà nella regione milioni di turisti, ma darà anche lavoro a molti disoccupati locali.
La domanda ragionevole – ma perché non sviluppare Ėl'brus [6] e Dombaj [7] già esistenti nel Caucaso? – se anche sorse, fu facilmente respinta – sono così e sono così pieni zeppi… Ma ecco che ne costruiamo di nuove – per iniziare in Adighezia (è praticamente il territorio di Krasnodar [8], il luogo degli interessi affaristici di Bilalov, proprio da qui sarà presto delegato al Consiglio della Federazione), in Daghestan (Chunzach, la patria di Bilalov) e in Karačaj-Circassia (ad Archyz a quel tempo un oligarca degli Urali aveva firmato la costruzione di una località sciistica). A Medvedev, dicono, l'idea piacque tanto che presto lasciò direttamente in un appunto a Bilalov l'ordine con le indicazioni ai ministri con la sua approvazione di questa idea.
Nel 2010 fu creata una corporazione statale, furono pompati i primi soldi e stilati i primi piani. Il numero di località crebbe rapidamente – inizialmente si aggiunse Mamison in Ossezia e l'Ėl'brus balcaro con Bezengi, poi presero ad agitarsi i vainachi [9] e toccò includere Džejrach in Inguscezia e aspettare i ceceni.
Si aggiunse anche la costa daghestana… Il progetto, inizialmente valutato qualche centinaio di miliardi [10] di investimenti, crebbe presto fino a mezzo trilione [11], dopodiché i conteggi si interruppero.
E all'improvviso si concluse la presidenza di Medvedev e iniziò la revisione non pubblica di quanto fatto. Le località non erano state costruite, ma non per colpa di Bilalov, bensì a causa del fatto che praticamente a tutte era necessario collegare gas-luce-strade e anche creare infrastrutture interne? Ma per questo è necessario del tempo e principalmente molti soldi federali.
I soldi vennero – la maggior parte di essi, a dire il vero, fu pianificata ancor prima di ogni KSK e fu stanziata attraverso programmi tipo "Sud della Russia". Ma il KSK al contempo preparò concezioni, ordinandole a "Ernst & Young", stilò protocolli d'intesa con investitori potenziali occidentali e orientali, ordinò film… Ma non poté comunque diventare un potente lobbista del progetto. Il principale problema stava nel fatto che pochi, sia a Mosca, sia nel Caucaso credevano che l'idea della creazione di un enorme centro turistico fosse in generale realizzabile.
Non si può dire che il pensiero di occupare i montanari nel business turistico fosse già del tutto folle – i monti sono bellissimi, di sciatori e turisti ogni anno ce ne sono sempre più e il lavoro nel Caucaso effettivamente non c'è Ma erano d'ostacolo due problemi principali – ruberie e terrorismo. Come investire soldi pazzeschi con l'attuale livello di malversazione? Chi andrà in Daghestan quando da là quasi ogni giorno arrivano notizie di atti terroristici e attentati?
E in generale per il russo qualsiasi Inguscezia e Karačaj-Circassia sono la stessa cosa, il Caucaso, cosicché quando sparano a Machačkala [12] ciò si ripercuote a Mamison. Che dire degli stranieri – su di loro c'è la maggiore puntata nella concezione del centro.
E ciò senza parlare già delle altre, "minime" domande – sono pronti gli stessi caucasici a lavorare in queste località, come garantire il legame della produzione dell'agricoltura locale alla tavola turistica, che fare con il prezzo dei biglietti aerei e in generale come rendere concorrenziali i prezzi delle vacanze nel Caucaso (perché non superino non solo quelli di Bulgaria e Slovacchia (cosa irreale), ma anche di Austria e Francia)?
E' chiaro che non è affare di Medvedev, ma lo stesso era con tutti gli altri suoi progetti. Non è stato calcolato o non è in tempo o non hanno ordinato questo o tutto insieme. Manilovismo [13], tutto una Skolkovo. Dimensioni semplicemente diverse – là Veksel'berg [14], qui Bilalov.
Anche se Bilalov non è così semplice – è solo parte del grande clan àvaro di cui fanno parte i suoi cugini Mamedov (il "Gruppa Summa" [15]), miliardari delle nuove leve divenuti famosi tanto per la ristrutturazione del teatro Bol'šoj, quanto per il controllo sul porto e sul terminale petrolifero di Novorossijsk [16]. Questi soldi, che possono fornire a Bilalov per il KSK (messi in circolo attraverso le banche familiari e così via) sono quasi spiccioli in confronto ai progetti del "Summa".
Ma il colpo su di lui potrebbe essere ben più doloroso non solo per il clan di Chunzach. Ma questa è già parte di un'altra storia – la lotta per il potere e il futuro di tutta la Russia. Un paese in cui i progetti grandiosi saranno preparati da persone competenti e incarnati da persone oneste.
"Kavkazskaja politika", http://kavpolit.com/luchshij-tovarishh-bilalova/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Nome colloquiale della sede del governo russo.
[2] "Luoghi di Vacanza del Caucaso del Nord", ente indicato in seguito anche come KSK.
[3] Città nei pressi di Mosca che dovrebbe diventare il principale centro tecnologico russo.
[4] Cioè membro dell'etnia autoctona maggioritaria del Daghestan.
[5] "Radura Rossa", località sciistica del comprensorio di Soči.
[6] Il monte più alto del Caucaso, nella repubblica autonoma di Kabardino-Balkaria.
[7] Località sciistica della repubblica autonoma di Karačaj-Circassia.
[8] Città della Russia meridionale.
[9] Popolo caucasico autoctono da cui discendono ceceni e ingusci.
[10] 100 miliardi di rubli sono circa 2,4 miliardi di euro.
[11] Cioè 500 miliardi di rubli (circa 12,1 miliardi di euro).
[12] Capitale del Daghestan.
[13] Atteggiamento da vano sognatore come il Manilov delle "Anime morte" di Gogol'.
[14] Viktor Feliksovič Veksel'berg, grande imprenditore.
[15] "Gruppo Somma", grande holding.
[16] Porto sul Mar Nero.
 
 

Nessun commento: