16 dicembre 2012

A proposito di giornalismo in Russia (X)

Tre morti su quattro di giornalisti nel 2012 in Russia si sono verificata nello JuFO [1] e nello SKFO [2]
15 dicembre 2012, 19.07
Su 341 giornalisti scomparsi in Russia negli anni 1993-2012, la maggior parte dei collaboratori dei mezzi di informazione di massa – 16 – ha perso la vita in Daghestan, riferisce l'Unione dei Giornalisti della Russia (SŽR [3]). La dinamica delle indagini su questi crimini non ispira ottimismo, ritengono i partecipanti alla seduta straordinaria del Consiglio per i Diritti Umani presso il presidente della Federazione Russa.
Nella statistica divulgata in occasione dell'odierno Giorno della Memoria dei giornalisti scomparsi si tiene conto dei collaboratori dei mass-media uccisi nel corso di conflitti armati, uccisi in tempo di pace, spariti senza lasciare traccia e anche morti in circostanze non chiare. Su quattro cognomi che hanno riempito la lista della SŽR nel 2012 tre appartengono a giornalisti uccisi o scomparsi sul territorio dei distretti del Caucaso del Nord e Meridionale.
Il 24 gennaio nel pronto soccorso dell'ospedale n° 2 di Rostov [4] decedette il caporedattore del giornale "Prestupnost' i korrupcija" [5] Viktor Afanasenko, che aveva subito un trauma cranico-cerebrale. Questi si occupava di indagini sull'attività dei raider di terreni nel distretto di Kuščëvskaja del Kuban' [6] e nella regione di Rostov. Secondo la versione ufficiale, la causa della morte è stata un caso sfortunato. I colleghi di Afanasenko non escludono che su di lui sia stato compiuto un attentato, si dice sul sito dell'Unione dei Giornalisti della Russia.

Il 20 aprile a Derbent [7] il capo contabile della RIA [8] "Dagestan" Ramazan Novruzaliev decedette all'ospedale a causa di ferite da arma da fuoco. Gli inquirente sospettano il figlio del proprietario della sala per banchetti locale "Chajal".

La sera del 5 dicembre a Nal'čik [9] lo speaker del canale televisivo "Kabardino-Balkarija" della GTRK [10] Kazbek Gekkiev è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da due sconosciuti. Dell'omicidio sono sospettati il 30enne Zejtun Boziev e il 24enne Inojat Tabuchov. La versione prioritaria degli inquirenti è basata sull'attività professionale del giornalista.

"Non ci sono particolari speranze e movimenti nelle indagini"

L'omicidio dello speaker Kazbek Gekkiev è stato uno dei motivi della convocazione del Consiglio per i Diritti Umani presso il presidente della Federazione Russa sul tema "La sicurezza dei giornalisti: di chi è la colpa e che fare?" E' stato programmato che i partecipanti alla discussione svoltasi il 14 dicembre elaborino precise raccomandazioni per gli agenti delle strutture armate e che propongano anche emendamenti concreti della legislazione capaci di garantire la sicurezza dei lavoratori dei mezzi di informazione di massa. Tuttavia sulla base degli esiti della seduta i membri del Consiglio per i Diritti Umani hanno dichiarato che questo scopo non è stato raggiunto.

"Non ho visto segni di cambiamento della situazione, non ci sono particolari speranze e movimenti nelle indagini", – ha detto al corrispondente di "Kavkazskij uzel" il membro della Camera Sociale della Russia [11] e direttore dell'ufficio di Mosca per i diritti umani Aleksandr Brod.

"Non si può dire che l'efficacia della seduta sia stata zero. Certo, oggi non è stato raggiunto niente di concreto, ma questo non doveva neanche verificarsi. I rappresentanti delle strutture armate si sono convinti che i giornalisti conoscono e seguono il problema. E noi, Unione dei Giornalisti e Consiglio per i Diritti Umani non siamo intenzionati a dimenticarlo", – ha riferito il membro del collegio di redazione della "Novaja gazeta" e segretario dell'Unione dei Giornalisti della Russia Leonid Nikitinskij.

"Invito i giornalisti a non temere"

Era in programma che come principale relatore intervenisse il ministro degli Interni Vladimir Kolokol'cev, ma a causa della visita a Nal'čik non è stato presente all'iniziativa. Il capo della direzione centrale per la garanzia della tutela dell'ordine pubblico del Ministero degli Interni della Russia, il generale di brigata Jurij Demidov, presente al suo posto, ha dichiarato che gli omicidi di giornalisti sono sotto il controllo del potere e che la polizia chiede di riferire tutte le violazioni della legge.

Un poliziotto si è lamentato che i giornalisti parzialmente danneggiati si rifiutano di scrivere denunce, per cui le indagini si bloccano. "Invito i giornalisti a non temere. Il caso Ul'jana Malašenko (collaboratrice della radio "Kommersant'' FM" [12] subì danni durante la dispersione da parte della polizia della manifestazione "Per elezioni oneste" in piazza Puškin a Mosca il 5 marzo – nota di "Kavkazskij uzel") non è investigato perché non c'è una denuncia", – ha dichiarato Jurij Demidov.
"Ho grande scetticismo per queste parole perché il tasso di soluzione dei crimini è troppo basso, non ci sono particolari meccanismi di interazione di giornalisti e attivisti per i diritti umani con i dicasteri, tra l'altro nel Caucaso del Nord. Nella Procura, nel Ministero degli Interni e nello SK [13] non ci sono gruppi speciali che interagiscano con la società per l'esame delle denunce e il controllo sulle indagini sui crimini. L'atteggiamento irrispettoso verso i giornalisti genera un atteggiamento menefreghista verso casi simili all'omicidio Gekkiev da parte delle forze dell'ordine", – ha dichiarato dopo la seduta Aleksandr Brod.
Leonid Nikitinskij ha definito il discorso di Demidov noioso, in quanto lo "agitava di più la "Marcia della libertà" [14] non concordata con il comune della capitale". "Demidov è la figura principale dell'OMON [15], non aveva pensieri per i giornalisti. Non poteva chiarire nulla", – ritiene Nikitinskij.

Nessun omicidio di lavoratori dei mezzi di informazione di massa è stato indagato fino alla fine, ma gli inquirenti "scaricano" gli omicidi sui membri della clandestinità armata, ha dichiarato il capo dell'Unione dei Giornalisti del Daghestan, il direttore del giornale "Istina" [16] Ali Kamalov.

"Gli omicidi dei giornalisti vengono risolti", – ha obiettato il vice-capo del Comitato Inquirente della Russia (SKR [17]) Aleksandr Fëdorov.
Il rappresentante dello SKR ha parlato per luoghi comuni, "portando la conversazione su altri temi" e ha condiviso la propria opinione con il corrispondente di "Kavkazskij uzel" Leonid Niktinskij.

"I collaboratori delle forze dell'ordine sono apparsi penosi alla seduta del Consiglio per i Diritti Umani. Non hanno risposto ad alcuna delle domande principali. Così come non hanno detto perché finora non è stato risolto alcuno degli omicidi di giornalisti nel Caucaso", – il "Kommersant''" cita il capo dell'associazione per la difesa dei diritti umani "Agora" Pavel Čikov.

"Nonostante il fatto che nel complesso la conversazione sia andata bene, tutto ciò somiglia a un qualche gioco. Attivisti per i diritti umani e giornalisti battono la testa contro un muro e gridano di atrocissime violazioni dei diritti, le NON prime personalità del Ministero degli Interni e dello SK scuotono le mani: "Faremo tutto, puniremo i colpevoli". Non lo dicono per la prima volta... Fedotov (capo del Consiglio per i Diritti Umani nota di "Kavkazskij uzel") spiana quanto possibile gli angoli acuti e ammorbidisce il tono della discussione. L'unica domanda che mi sorge ora è: perché sediamo qui già da 4 ore?" – ha condiviso l'opinione sul proprio Facebook Nikita Batalov, membro dell'unione di giornalisti "Trud & Tvorčestvo" [18].

Faremo notare che nello stesso giorno della seduta del Consiglio per i Diritti Umani, il 14 dicembre, il tribunale cittadino di Mosca ha riconosciuto colpevole Dmitrij Pavljučenkov, imputato del caso dell'omicidio della giornalista della "Novaja gazeta" Anna Politkovskaja e gli ha inflitto una pena sotto forma di 11 anni di reclusione. L'avvocato dell'imputato ritiene la sentenza illegale e ha dichiarato l'intenzione di fare appello contro di essa. Anche la parte lesa intende discutere la decisione del tribunale, in quanto in precedenza aveva richiesto di rescindere l'accordo pre-processuale concluso con Pavljučenkov.

Anna Politkovskaja divenne nota dopo la pubblicazione di materiali sul conflitto armato e sulle violazioni dei diritti nel Caucaso del Nord. La sua intervista concessa un'ora prima dell'omicidio a "Kavkazskij uzel" fu dedicata alle prospettive di carriera dell'attuale capo della Cecenia Ramzan Kadyrov.
Tuttavia una serie di casi su altri clamorosi omicidi di giornalisti compiuti negli ultimi anni nel Caucaso del Nord non è neanche giunta in tribunale. Inoltre i colleghi degli uccisi riferiscono del blocco delle indagini da parte delle autorità.

Il caso dell'omicidio di Chadžimurad Kamalov, fondatore del quotidiano daghestano "Černovik" [19], avvenuto a Machačkala il 15 dicembre 2011, è frenato dalle strutture armate della repubblica, ha dichiarato in precedenza il fratello dell'ucciso e attuale proprietario del giornale Magdi-Magomed Kamalov. "Temiamo che i risultati delle iniziative investigative e di ricerca e anche il nome del giornalista scomparso possano essere usati dagli agenti del Ministero degli Interni del Daghestan per scopi politici personali", – ha detto.

Le indagini compiute nel luglio 2009 sul sequestro e l'omicidio della collaboratrice del Centro per la Difesa dei Diritti Umani "Memorial" e giornalista Natal'ja Ėstemirova vanno sulla falsa pista della complicità dei guerriglieri ceceni, mentre la versione secondo cui al crimine avrebbero messo mano alti ufficiali non viene presa in considerazione, si dice in una dichiarazione delle organizzazioni non governative pubblicata tre anni dopo.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Giornalisti e autorità del Daghestan chiedono al Cremlino di affrettare l'installazione di videocamere nei luoghi pubblici", "Il Comitato Internazionale per la Difesa dei Giornalisti richiede alle autorità della Federazione Russa di indagare sull'omicidio di Gekkiev a Nal'čik", "Il Ministero degli Interni del Daghestan è pronto a difendere giornalisti e blogger verso cui sono comparse minacce su Internet".
Autore: Oleg Krasnov; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/217289/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Južnyj Federal'nyj Okrug (Distretto Federale Meridionale).
[2] Severo-Kavkazskij Federal'nyj Okrug (Distretto Federale del Caucaso del Nord).
[3] Dalla dicitura russa Sojuz Žurnalistov Rossii.
[4] Città della Russia meridionale.
[5] "Crimine e corruzione".
[6] Il Kuban' è un fiume della Russia meridionale che da il nome non ufficiale al distretto di Krasnodar.
[7] Città del Daghestan meridionale.
[8] Rossijskoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia di Stampa Russa).
[9] Capitale della Kabardino-Balkaria.
[10] Gosudarstvennaja Tele- i Radioveščatel'naja Kompanija (Compagnia Radio-Televisiva di Stato).
[11] Organo intermedio tra la società civile e il potere politico privo di potere reale.
[12] Radio legata al giornale economico-politico "Kommersant''" ("Commerciante" – la grafia arcaica del nome è usata per collegarlo idealmente all'omonimo giornale pre-rivoluzionario).
[13] Sledstvennyj Komitet (Comitato Inquirente).
[14] Manifestazione dell'opposizione del 15 dicembre.
[15] Otdel Milicii Osobogo Naznačenija (Sezione di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa nota per la sua durezza.
[16] "Verità".
[17] Dalla dicitura russa Sledstvennyj Komitet Rossii.
[18] "Lavoro & Creazione".
[19] "Brutta copia".
 

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