28 dicembre 2012

A proposito della giustizia in Russia (XII)

In Kabardino-Balkaria la "gente di Černobyl'" chiede alla leadership del paese di far luce sull'esazione dei risarcimenti da essa ricevuta in precedenza
27 dicembre 2012, 07.26
Gli ufficiali giudiziari della Kabardino-Balkaria hanno iniziato l'esazione in massa dagli "uomini di Černobyl'" dei risarcimenti pagati loro in precedenza, che avevano ricevuto secondo decisioni dei tribunali ora abrogate. Gli hanno bloccato conti, pensioni, macchine e altre proprietà. Gli "uomini di Černobyl'" si rivolgono alle più alte personalità del paese con la richiesta di far luce sulla situazione, riferisce il corrispondente di "Kavkazskij uzel".
Il 24 dicembre a Nal'čik [1], nell'ufficio dell'organizzazione sociale "Unione "Černobyl'"" si è svolta l'assemblea generale dei membri dell'organizzazione, i liquidatori delle conseguenze dell'incidente alla centrale atomica di Černobyl' (1986 ) e al "Majak" [2] (1957), nel corso della quale hanno redatto una lettera collettiva alla leadership del paese – al presidente Vladimir Putin e al capo del governo Dmitrij Medvedev – con la richiesta di far luce sulla situazione in cui si la "gente di Černobyl'" si è trovata per via della richiesta degli ufficiali giudiziari di restituire i risarcimenti pagati in precedenza.
Alla "gente di Černobyl'" sono stati risarciti i danni morali
Come dichiarano i membri dell'unione "Černobyl'", all'inizio del 2011 ai liquidatori si era rivolta l'abitante della repubblica Lera Alchasova e gli aveva proposto di fare istanza in tribunale per il risarcimento dei danni morali subiti nel corso del loro lavoro per la liquidazione dell'incidente alla centrale atomica di Černobyl' nel 1986. Conoscevano già Alchasova, in quanto prima lavorava al Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale della repubblica, dove si occupava dei problemi della gente di Černobyl'.

"Alchasova ci propose di scrivere deleghe a nome suo, secondo cui essa stessa avrebbe presentato istanze e avrebbe condotto il caso nei tribunali, cosa che facemmo", – ha raccontato la coniuge di un "uomo di Černobyl'" Irina G., che ha chiesto di non fare il suo cognome. A suo dire, l'iniziatrice della presentazione delle istanze raccolse i documenti della "gente di Černobyl'" – tessere militari, certificati di invalidità, copie di passaporti. Gli propose anche di aprire conti alla "Svjaz'-bank" [3].
I tribunali di prima istanza della repubblica accolsero l'istanza. Le prime istanze furono esaminate nell'aprile 2011, le ultime nel luglio 2012. Agli invalidi del terzo gruppo [4] fu assegnato un risarcimento dei danni nella misura di 1,3 milioni di rubli [5], a quelli del secondo gruppo 1,5 milioni di rubli [6], ai partecipanti alla liquidazione dell'incidente al "Majak" 1,2 milioni di rubli [7].
Nel giugno 2011 la direzione del Tesoro della Federazione Russa per la Repubblica di Kabardino-Balkaria in sede di appello protesto contro parte di queste decisioni. Il tribunale rifiutò di accogliere l'appello.
Dal giugno 2011 attraverso la "Svjaz'-bank" iniziarono i pagamenti ai liquidatori. Secondo le notizie di "Kavkazskij uzel" da fonti di informazioni, in tutto furono pagati oltre 500 milioni di rubli [8]. Al giorno d'oggi si ha notizia di 428 "uomini di Černobyl'" che hanno ricevuto risarcimenti.
"Quando Alchasova ci propose di iniziare questi processi, concluse un accordo con ciascuno di noi che ciascuno di noi le avrebbe dovuto dare esattamente metà della somma, – dice Irina G. – Il giorno in cui ricevemmo i soldi mandò la sua segretaria con una grande borsa e i soldi furono divisi esattamente a metà. Questa spiegò che era il suo onorario per il lavoro in qualità di nostra rappresentante, ma noi non sapevamo quanto prendono gli avvocati in quei casi per i loro servizi". Che esattamente metà della somma ricevuta andò alla cittadina Alchasova lo confermano tutti gli "uomini di Černobyl'". Tra l'altro i soldi furono dati così, senza alcuna conferma documentale, fanno notare i membri dell'organizzazione "Unione "Černobyl'"".
Il danno morale fu causato prima dell'entrata in vigore dell'atto legislativo
Il 17 agosto 2012 la direzione del Tesoro della Federazione Russa per la Repubblica di Kabardino-Balkaria si rivolse al tribunale con una denuncia per il ristabilimento dei tempi per l'appello contro le decisioni sui pagamenti agli "uomini di Černobyl'". Il tribunale accolse la denuncia.
Da settembre 2012 seguirono gli appelli del Tesoro contro le decisioni dei tribunali di prima istanza.
Come consegue da queste denunce, la direzione del Tesoro della Repubblica di Kabardino-Balkaria ritiene che "il pagamento del risarcimento dei danni morali causati dalla catastrofe della centrale atomica di Černobyl' non è prevista dalla legislazione vigente".
"Il risarcimento dei danni morali fu previsto per la prima volta nell'art. 131 dei "Fondamenti della legislazione civile dell'URSS" del 31 maggio 1991, cioè cinque anni dopo l'incidente della centrale atomica di Černobyl' e secondo il Codice Civile della Federazione Russa gli atti della legislazione civile non hanno effetto retroattivo", – si nota nella denuncia.
Nella sentenza di appello del collegio della Corte Suprema della Kabardino-Balkaria del 10 ottobre 2012 sulla base di una di queste denunce si dice che "i tribunali hanno interpretato e applicato scorrettamente la legge materiale e di conseguenza sono giunti a conclusioni scorrette e contrarie alla legge".
Le decisioni dei tribunali di prima istanza sono state abrogate dalla Corte Suprema della Repubblica di Kabardino-Balkaria, sui casi sono state prese nuove decisioni, secondo cui agli "uomini di Černobyl'" è stato rifiutato il pagamento dei risarcimenti dei danni morali.
Per esigere dai liquidatori le somme ricevute, il caso è stato dato da esaminare al tribunale cittadino di Nal'čik perché venga presa la corrispondente decisione. I poteri dei quattro giudici, che "hanno interpretato scorrettamente l'applicazione della legge materiale", come pure degli articoli del Codice Civile sui "principi generali dell'azione della legge nel tempo", sono stati sospesi dal collegio di qualificazione dei giudici.
Come si è saputo, uno dei giudici aveva preso la decisione nei confronti di 400 persone (ogni denuncia era stata fatta a nome di dieci istanti), un altro nei confronti di 23 persone e un giudice di un tribunale distrettuale nei confronti di due persone. Sono stati sospesi i poteri anche al vice-presidente del tribunale cittadino di Nal'čik che curò il procedimento penale.
Tre liquidatori sono deceduti dopo aver saputo l'accaduto
"Quando sono venuta a saper l'accaduto, mi sono subito lanciata da Alchasova", – ha raccontato Irina G.. Irina dice che è pronta a restituite i soldi ricevuti dalla sua famiglia, ma tra l'altro insiste che anche i soldi che a suo dire ha ricevuto Alchasova siano pure restituiti. Ma come dice Irina G., "questa ha dichiarato che non ha soldi e che non può dare nulla".
"Kavkazskij uzel" finora non dispone di commenti di Alchasova sulle dichiarazioni della "gente di Černobyl'". La sua posizione sulla situazione che si è creata non è nota.
Al momento la "gente di Černobyl'" non può mettersi in con Alchasova, i suoi telefoni non sono attivi. Non c'è neanche al suo indirizzo.
Dall'inizio di ottobre dagli "uomini di Černobyl'" che hanno ricevuto risarcimenti hanno preso ad andare gli ufficiali giudiziari. Gli hanno bloccato le pensioni, tutti i conti, le macchine e le proprietà.
Secondo i dati dell'"Unione "Černobyl'"" tre liquidatori sono deceduti dopo aver saputo l'accaduto.
La 78enne Valentina Poljakova, partecipante agli eventi del "Majak", ha restituito allo stato la somma da lei di fatto ricevuta di 600 mila rubli [9]. Gli altri 600 mila le saranno trattenuti dalla pensione – il 20 per cento al mese.
"Dovrei vivere 300 anni per pagare questi 600 mila", – dice. Ma gli ufficiali giudiziari non sono intenzionati ad aspettare e minacciano di portar via all'anziana donna la lavatrice, il frigorifero, il televisore e altre proprietà.
"I nostri conti sono bloccati. Siamo in una situazione disperato. Ho ricevuto in mano 650 mila, ma devo restituire 1,3 milioni. Dove troverò gli altri 650 mila?", – dice Zalimchan Jachtanigov.
"Ci hanno resi eccezionali. Anche se questo è un errore giudiziario, la responsabilità dev'essere di chi ha commesso questo errore", – ritiene il capo dell'organizzazione "Unione "Černobyl'"" Alik Chadzegov.
"Vogliamo sapere di cosa siamo colpevoli. Se abbiamo presentato scorrettamente un'istanza, perché l'hanno presa in esame? Se la decisione del tribunale era illegale, perché la direzione del Tesoro ha aspettato un anno e solo dopo ha fatto appello?", – domanda Chadzegov. – Perché del fatto che i giudici non conoscevano la legge dobbiamo prendere la responsabilità noi?"
Questi ha raccontato di aver fatto ricorso a tutte le istanze, sia alla procura, sia presso l'incaricato per i diritti umani. "Abbiamo cercato di capire se sia stato aperto un procedimento penale sui pagamenti illegali e se qualcuno sia stato iscritto tra gli imputati". "Ad oggi non c'è tale procedimento penale", – ci hanno risposto alla Direzione Inquirente dello SKR [10] per la Repubblica di Kabardino-Balkaria. Dappertutto ci compatiscono, ma dicono che non possono aiutarci in alcun modo. L'ultima speranza è il presidente del paese. Se non ci risponderà, andremo a dare tutto alla procura", – dice Chadzegov.
Ottenere commenti alla direzione del Tesoro sui motivi della lunga pausa tra la presa delle prime decisioni a favore degli istanti e il successivo appello non ci è riuscito.
Secondo i liquidatori, il rappresentante del dicastero al processo a questa domanda rispose che il Tesoro aveva aspettato un anno intero prima di ricevere le decisioni dei tribunali.
Autrice: Ljudmila Maratova ; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/217845/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Capitale della Kabardino-Balkaria.
[2] "Faro", impianto per la produzione di materiale nucleare della Siberia occidentale, dove nel 1957 si verificò un grave incidente con enorme rilascio di radioattività.
[3] "Banca di Comunicazione", grande istituto bancario russo.
[4] L'invalidità meno grave secondo i criteri di valutazione russi.
[5] Circa 32200 euro.
[6] Circa 37150 euro.
[7] Oltre 29700 euro.
[8] Circa 12,4 milioni di euro.
[9] Circa 16100 euro.
[10] Sledstvennyj Komitet Rossii (Comitato Inquirente di Russia).
[11] Città della Russia meridionale.
 

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