13 febbraio 2011

A proposito dell'attentato a Domodedovo (II)

Terrorismo familiare?




Nuovi dettagli delle indagini sulla preparazione dell'esplosione di Domodedovo


Adesso è già stato confermato a livello ufficiale che il kamikaze di Domodedovo risulta essere il 20enne abitante del villaggio inguscio di Ali-Jurt [1] Magomed Muchadžirovič Evloev. I campioni di DNA dei suoi genitori coincidevano in pieno con i campioni dei resti del kamikaze.

Come sospetti di favoreggiamento sono stati arrestati tre abitanti di Ali-Jurt. Sono il fratello carnale del terrorista Achmed Evloev e sua sorella Fatima – questi avrebbero “equipaggiato” il kamikaze per andare a Mosca e il vicino Umar Aušev l'avrebbe accompagnato.

Secondo le informazioni degli inquirenti, comparse su una serie di mezzi di informazione di massa, Magomed Evloev, scomparso a settembre dello scorso anno, sarebbe riapparso nel villaggio nativo cinque giorni prima dell'attentato e avrebbe trascorso lì 24 ore. In questo tempo il fratello e la sorella gli avrebbero dato la “cintura dello shahid[2]. Si afferma che la prova del guanto di paraffina ai giovani abbia evidenziato particelle di esogeno, una sostanza che fa parte dell'esplosivo usato a Domodedovo. E il vicino Aušev l'ha portato con la sua macchina all'autobus Nazran'-Mosca [3].

Aušev è stato arrestato tre giorni fa e i familiari di Evloev, come ha scritto la “Novaja gazeta” già lunedì, sono stati arrestati il 30 gennaio nel villaggio nativo.

Il 23enne Umar Aušev viveva nella stessa strada degli Evloev, si occupava di “lavoretti in nero”, di tanto in tanto stuccava e decorava case. Alla fine di luglio dello scorso anno fu sequestrato suo cugino, il 32enne padre di cinque figli Magomed Aušev, che era lodato in tutta la repubblica come il più grande maestro nella rifinitura delle case. Il suo cadavere mostruosamente deturpato con un colpo di grazia [4] alla tempia fu trovato solo dopo una settimana. I familiari poterono riconoscere il corpo solo con l'aiuto del DNA. L'inchiesta su questo caso non ha dato alcun risultato.

Il 16enne Achmed Evloev finì la scuola ad Ali-Jurt, a quanto testimoniano i vicini, “il ragazzo era tranquillo e non si distinse mai per religiosità e la 22enne Fatima qualche anno fa si sposò e si trasferì nel villaggio vicino, tuttavia l'anno scorso tornò – suo marito era morto”. Il marito di Fatima, Bekchan Bogatyrëv, ucciso nel corso di un'operazione speciale alla periferia di Nazran' nell'agosto dello scorso anno, era uno dei leader del “jama'at di Plievo” [5]. Gli inquirenti postulano che proprio la sua morte abbia influenzato la decisione di Magomed Evloev di darsi “alla macchia”. Ma già “alla macchia” i militanti non hanno trovato miglior uso per il “debole” giovane, che era stato perfino “riformato dal servizio militare per lo stato di salute”, che farne una bomba vivente.

Tuttavia, secondo informazioni di fonti della “Novaja gazeta”, all'Amministrazione Centrale per la mobilitazione delle Forze Armate della Federazione Russa “non c'è alcuna testimonianza che potrebbe confermare che l'abitante del paese di Ali-Jurt Magomed Muchadžirovič Evloev sia in generale stato chiamato nell'esercito russo” e nell'archivio dell'Amministrazione Centrale delle Forze Armate della Federazione Russa manca qualsiasi traccia di una sua permanenza nei reparti dell'esercito.

Ali-Jurt è un villaggio abbastanza grande per l'Inguscezia, in esso abitano circa 7 mila persone. E fino all'atto terroristico a Domodedovo non era mai stato all'attenzione costante degli uomini delle strutture armate. L'unica grande ripulitura [6] fu condotta là nel luglio 2007. La causa fu la sparatoria notturna contro l'edificio dell'UFSB [7] e l'edificio dell'amministrazione presidenziale nella capitale della repubblica Magas. Allora gli uomini delle strutture armate affermarono che la sparatoria era stata condotta proprio da parte di Ali-Jurt. La ripulitura del villaggio cominciò all'alba e durò circa 24 ore. Come ha raccontato il rappresentante del centro per la difesa dei diritti umani “Memorial” Timur Akiev, “gli uomini delle strutture armate non fecero cerimonie. Bloccato completamente il villaggio, irruppero nelle case, aprirono il fuoco per aria e picchiarono tutti uno dopo l'altro”.

L'operazione speciale non portò allora alcun risultato ufficiale tranne decine di istanze al tribunale da parte di persone picchiate e mutilate, tra cui figurava anche il cognome Evloev.

Irina Gordienko

10.02.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/015/02.html

[1] Villaggio dell'Inguscezia centrale.

[2] La cintura esplosivo. Shahid in arabo significa “martire”.

[3] Città dell'Inguscezia centrale, ex-capitale dell'Inguscezia stessa.

[4] Letteralmente (e più coerentemente) “colpo di controllo”.

[5] Jama'at (il corsivo è mio) sta per “comunità islamica”, ma si usa nel senso di “cellula terroristica islamica”. Plievo è un villaggio dell'Inguscezia centrale.

[6] Operazione repressiva.

[7] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Amministrazione del Servizio Federale di Sicurezza), in pratica la sede inguscia del principale servizio segreto russo.


http://matteobloggato.blogspot.com/2011/02/terrorismo-familiare-nuovi-dettagli.html

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