06 aprile 2010

A proposito di attentati

Scambio di saluti

Patrušev compete con i terroristi nell'arte della propaganda


Il canale televisivo “Pervyj kavkazskij” [1] ha trasmesso la dichiarazione del capo dell'Emirato del Caucaso Doku Umarov. Qui un uomo, che si è qualificato come Umarov, ha dichiarato “che la colpa delle esplosioni di Mosca è dello FSB [2]”.
Il giorno seguente il vero Doku Umarov ha smentito il filmato e ha dichiarato che a Mosca si è verificato un'“azione di rivalsa” per la morte dei civili raccoglitori di aglio, morti durante un'operazione speciale presso Aršty [3].
Questa storia caratterizza come meglio non si potrebbe il casino che regna nell'Emirato del Caucaso e le davvero concrete particolarità psicologiche dei fanatici islamisti. Questi, al solito, si ritengono sinceramente eroi senza paura e vittime innocenti allo stesso tempo. L'islamista medio sa bene che: а) uccidere gli americani è permesso; b) Bin Laden non l'ha fatto, ma si sono fatti esplodere da soli e c) i “magnifici diciannove” (che hanno fatto esplodere gli aerei) sono andati in paradiso.
In breve, dare una notizia del genere senza commenti è, ad essere gentili, scorretto.
La risposta non si è fatta attendere: in un'intervista al “Kommersant''” [4] il capo del Consiglio di Sicurezza Nikolaj Patrušev ha comunicato che i georgiani potrebbero essere complici dell'attentato al metrò di Mosca.
“C'è la Georgia e il leader di questo stato Saakashvili, il cui comportamento è imprevedibile. Purtroppo una serie di paesi gli da aiuto… Una volta ha già scatenato una guerra e non è escluso che la scateni di nuovo. Avevamo informazioni sul fatto che singoli agenti dei servizi segreti georgiani tengono contatti con le organizzazioni terroristiche del Caucaso del Nord. Dobbiamo verificare anche questa versione, che riguarda pure gli atti terroristici di Mosca”.
La dichiarazione di Nikolaj Patrušev caratterizza come meglio non si potrebbe il casino che regna nelle teste del Cremlino e alcune particolarità psicologiche non più degli islamisti combattenti, ma dei funzionari del Cremlino.
Prima di tutto sorge la domanda: chi è il suo destinatario? E' evidente che sono gli USA: ecco, dice, voi “date aiuto alla Georgia” e questi aiutano i terroristi. Il problema sta nel fatto che le corrispondenti istituzioni georgiane e americane hanno un'interazione ben concordata.
Ed ecco che il potere russo, che inizialmente, nella persona del generale Nogovicyn, spiega che gli USA stavano dietro la guerra con la Georgia e come prova mostra il passaporto del cittadino americano Michael Lee White, che insegna pacificamente inglese in Cina, trovato a Tskhinvali (il passaporto era stato rubato a White qualche anno fa alla partenza da Mosca e in tal modo la sua presenza a Tskhinvali è effettivamente risultato di un'operazione speciale, solo non americana).
E poi questo stesso potere dice agli americani, a proposito dei loro alleati georgiani (di cui sanno ben più di Patrušev), che questi appoggiano i militanti caucasici. Molto bene. Ora gli americani si metteranno a piangere.
I servizi segreti russi non intervengono per la prima volta con simili dichiarazioni. Nell'ottobre dello scorso anno il capo dello FSB Aleksandr Bortnikov dichiarò che i servizi segreti georgiani avevano trasferito nel Caucaso dei terroristi di al-Qā'ida. Nel dicembre dello scorso anno lo UFSB [5] del Daghestan dichiarò che sul territorio della Georgia un gruppo terroristico porta avanti la preparazione per essere trasferito nel Daghestan. Nel gennaio di quest'anno l'adesso rimosso, ma allora onnipotente vice-capo del ministero degli Interni Arkadij Edelev comunicò che nelle basi militari in Georgia si preparano terroristi per compiere attentati nel Caucaso del Nord.
E quando nel gennaio di quest'anno a Chasavjurt [6] è stato eliminato il militante Umalat Magomedov, i servizi segreti hanno annunciato di aver trovato presso di lui un “registro di cassa”, secondo cui i contributi ai militanti giungevano dalla Georgia.
Do la caccia a questo registro di cassa da molto tempo e vi do la mia parola che se mi capiterà tra le mani, lo pubblicherò senza alcun taglio e so con precisione perché i servizi segreti non sono riusciti a pubblicare una prova così terribile della complicità dei servizi segreti georgiani negli atti terroristici. Il fatto è che il più grosso contributo – 500000 euro – in questo registro è indicato come proveniente da un grosso funzionario daghestano che non ha alcun problema con l'attuale potere e che in anni di attività economica ha accumulato abbastanza per farsi un aereo di proprietà. Altre “quote” provengono dal mondo degli affari daghestano sottoposto a imposte, fra cui compagnie di cui ho già scritto sulla “Novaja gazeta”. Tutto questo assorbe metà dei contributi, altri 30-35000 sono soldi di funzionari che “si fanno ordini” a vicenda e il resto compete effettivamente ai “fratelli dall'estero” (Azerbaijan, Arabia Saudita e Georgia). Più probabilmente si tratta di Ceceni-Kist [7] di Pankisi [8], che grazie alla dura sorveglianza dei servizi segreti georgiani non possono neanche muovere un dito. Ma possono mandare degli spiccioli dall'estero.
Anche la dichiarazione di Bortnikov, a quanto so, ha un fondamento. E dunque – dopo la guerra russo-georgiana alcuni rappresentanti della diaspora cecena all'estero, desiderosi di schierarsi per la jihad, giunsero in Georgia per sondare prudentemente il terreno, ne furono scacciati, si trasferirono in Azerbaijan, da dove cercarono di penetrare in Russia e furono uccisi. Cioè come nella barzelletta: “Per prima cosa, non a préférence [9], ma ad očko [10], e non ho vinto, ma ho perso”.
Considerando che gli americani sanno molto meglio dello FSB cosa si fa davvero in Georgia, dichiarazioni del genere ci convinceranno difficilmente che Saakashvili sia in contatto con al-Qā'ida. E' più probabile che convincano gli USA che il Consiglio di Sicurezza e lo FSB invece del lavoro investigativo si occupano di propaganda.

P.S. Quando avevo già terminato questa colonna, ha telefonato il “Pervyj kavkazskij”: “Non potreste commentare la dichiarazione di Doku Umarov, che si è preso la responsabilità delle esplosioni a Mosca? Cosa ne pensate, è un agente dello FSB?”.

Stimati georgiani! Per favore, non imitate Patrušev!


Julija Latynina, osservatrice della "Novaja gazeta"

02.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/034/02.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Primo [canale] caucasico”.
[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.
[3] Villaggio inguscio non lontano dal confine con la Cecenia.
[4] “Commerciante”, giornale economico.
[5] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza).
[6] Villaggio del Daghestan centro-occidentale.
[7] I Kist sono un popolo caucasico del ceppo dei Vainachi (come Ceceni e Ingusci).
[8] Località della Georgia nord-orientale, ai confini con la Cecenia.
[9] Sorta di bridge.
[10] Sorta di Black Jack.

http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/umarov-patrusev-e-bortnikov-sugli.html

Nessun commento: