13 luglio 2009

A proposito di Russia e USA

Ci hanno regalato il cielo [1]



Il transito per l'Afghanistan, offerto da Mosca a Obama, è il pegno della futura neutralità degli USA sulle discusse attività della Russia nell'ambito post-sovietico?


Il presidente Barack Obama con l'appoggio della leadership russa ha resettato con successo le relazioni poco tempo fa ancora tese. E' stata preparata e firmata una serie di documenti su questioni strategico-militari, in quanto in quest'ambito è un po' più facile accordarsi – la Russia ha smesso di essere una potenza militare globale e non si contrappone più realmente agli USA. Il fatto è che ai tempi della guerra fredda in Vietnam, in Afghanistan, in Medio Oriente, in Africa e in America Latina URSS e USA di fatto si combattevano in guerre locali. Oggi l'esercito degli USA combatte in Afghanistan e in Iraq, ma la Russia non appoggia e non equipaggia in alcun modo i suoi nemici. E Washington non appoggia le organizzazioni clandestine nel Caucaso del Nord e addirittura rinuncia a installare armamenti difensivi in Georgia per non irritare Mosca.

Il capo del ministero degli Esteri Sergej Lavrov e il vice Segretario di Stato William Burns hanno firmato il più essenziale in senso pratico degli accordi moscoviti: sul transito militare verso l'Afghanistan. Il Pentagono potrà utilizzare il nostro spazio aereo per lanciare in Afghanistan attrezzature militari e soldati come già fanno, per esempio, I francesi. Il principale consigliere di Obama sulla Russia, il direttore del Consiglio di sicurezza nazionale (NSC) Michael Mcfaul ha annunciato ai giornalisti americani che questo è “un accordo molto importante e concreto”, che permette fino a 4.500 viaggi l'anno. Secondo le valutazioni dell'apparato dello NSC, il Tesoro americano grazie all'accordo sul transito potrà rispamiare fino a 133 milioni di $ l'anno solo per via del fatto che la Russia ha rinunciato a riscuotere le imposte di navigazione che di solito pagano le compagnie aeree commerciali per l'utilizzo del nostro spazio aereo.

Obama e Dmitrij Medvedev hanno creato una ramificata commissione presidenziale comune per l'ulteriore sviluppo della collaborazione, ma non è chiaro se funzionerà realmente o resterà una decorazione burocratica. I presidenti hanno siglato un breve accordo quadro sui parametri del nuovo patto sulle armi strategiche (START). Il vecchio START-1 scadrà il 5 dicembre e secondo il piano per quella data dovrà esserci un accordo sul testo di un nuovo patto, secondo il quale in 10 anni gli ordigni nucleari strategici schierati potranno scendere a 1500-1675 e il numero di missili a 500-1100 unità.

L'equilibrio nucleare russo-americano ha perso il passato significato decisivo per il destino e l'ulteriore riduzione dei costosi armamenti è conveniente per tutti, in quanto allo stesso modo nessuno ha in programma di utilizzarli davvero un giorno o l'altro. Non di meno sul numero di missili consentiti e altre questioni concrete le parti non si sono accordate fino in fondo e si prospetta una seria trattativa. Non c'è una chiarezza definitiva sui problemi della difesa antimissile, in particolare sui piani di installazione di intercettori in Polonia e di un radar nella Repubblica Ceca, cosa che irrita particolarmente la leadership russa.

Lo Stato Maggiore è stato capace di “convincere” la nostra leadership, che la difesa antimissile in Polonia e nella Repubblica Ceca viene creata con lo scopo segreto di distruggere in modo fedifrago e improvviso il Cremlino insieme ai suoi quadri dirigenti. Considerando la solita paranoia della nostra leadership, non è stato difficile. Obama e i suoi consiglieri hanno considerato queste specifiche “preoccupazioni” e senza far rumore hanno promesso di congelare per il momento lo sviluppo della difesa antimissile strategica, anche in Polonia, tanto più che il sistema non è stato ancora elaborato tecnicamente.

Allo scopo di migliorare ancora l'atmosfera Obama si è trattenuto dal fare critiche dirette e dal ricordare pubblicamente i casi concreti di violazione dei diritti e delle libertà dei cittadini russi, di arbitrio giudiziario e altre cose spiacevoli. Al contrario, Obama ha pubblicamente lodato gli sforzi del Cremlino per la creazione da noi di una società civile. Mcfaul ha annunciato ai giornalisti che questo è stato fatto in modo speciale, “in quanto il tono da docente di George Bush non ha comunque fatto avanzare la causa della democrazia”, ma ha solo fatto infuriare la leadership russa.

Il capo di Stato Maggiore, il generale Nikolaj Makarov, e il presidente del comitato dei capi delle Forze Armate, l'ammiraglio Mike Mullen, hanno siglato in presenza di Obama e Medvedev un documento quadro sul rinnovamento della collaborazione militare. Gli americani si sono affrettati ad annunciare che già quest'anno si svolgeranno circa 20 esercitazioni comuni. Makarov in verità ha dichiarato che le esercitazioni comuni forse ci saranno, ma non quest'anno: “Alla fine dell'anno siamo intenzionati a fissare la collaborazione per il futuro”.

Il precedente piano di collaborazione militare e le misure legate ad esso furono revocati dagli americani come a scopo “punitivo” dopo l'invasione delle truppe russe in Georgia. Oggi, con l'aspirazione a distendere l'atmosfera nelle relazioni, Washington, pare, si sforza di “perdonare Mosca” più di quanto i nostri cerchino tale “perdono”. In una nuova, più amichevole atmosfera, sperano le autorità americane, sarà più semplice risolvere le questioni più importanti per gli USA, legate all'Iran, all'Afghanistan e alla Corea. A Mosca, fra l'altro, si può suppore che la nuova atmosfera aiuterà bene anche noi a risolvere a modo nostro i problemi essenziali dell'ambito post-sovietico, e la neutralità americana è gia stata pagata con il transito per l'Afghanistan. Se è così o no, vedremo.

Pavel Fel'gengauèr [2]
osservatore della "Novaja gazeta"

13.07.2009

[1] Probabile allusione alla canzone Ja stanu tvoim angelom (Diventerò il tuo angelo) del cantante melodico Mark Iosifovič Tišman, che inizia con la frase “Potrei regalarti un cielo di diamanti”.

[2] Pavel Evgen'evič Fel'gengauèr (Felgenhauer), giornalista esperto di questioni militari.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/07/un-do-ut-des-tra-obama-e-medvedev.html

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