27 aprile 2009

A proposito del modo di far politica in Russia (VII)

La democrazia e noi


La democrazia si sviluppa solo dove la popolazione è incline a lavorare di più e a frodare di meno. Cioè, da noi non si svilupperà, probabilmente...

Noi siamo cupi. Non è un segno etnico, ma di appartenenza nazionale e di comunità storica. I nostri volti sono così espressivi che capita che gli stranieri ci chiedano: “Che fate, vi insultate?” “No, o – rispondiamo, – conversiamo con gli amici”.
Un polacco in qualche modo mi chiese: “Perché hai gli occhi così tristi? Non sei ebreo?”.
Quando uno dei nostri vede davanti a se un microfono e una telecamera parla precisamente come Puškov [1] in televisione: del presidente, che…; delle ginocchia [2], da cui… ; sulla Georgia e l'Ucraina, che… E pure dell'America, che è un gendarme e un incendiario, parla non peggio di Leont'ev [3] e Prochanov [4].
Basta spegnere l'apparecchiatura e il discorso cambia. Le stesse identiche persone cominciano a parlare del paese come di un parente spensierato e bevitore, dalla psiche instabile, di orientamento incomprensibile e con tendenze aggressive.
A noi in Russia pare che qualcuno ci inganni sempre. In effetti è così. Le azioni dei raider, gli investitori in campo immobiliari [5], le elezioni, le “piramidi” [6]… Nei negozi frodano sul peso, in farmacia danno farmaci falsi, le assicurazioni non pagano, i bambini vengono rapiti e portati nei “punti caldi” [7]… Il lavoratore froda il datore di lavoro, il datore di lavoro froda il lavoratore. Lo Stato, a sua volta, froda tutti. Promette appartamenti, riforme, sradicamento della corruzione, imbrigliamento dell'inflazione, modernizzazione, nanotecnologie…
Nei paesi che non somigliano a noi e che proprio per questo consideriamo civili i rapporti tra le persone sono diversi. Là il venditore e il compratore si sforzano di piacersi a vicenda. Il venditore vuole che una persona venga di nuovo e questa che la servano con attenzione e che a lui, cliente fisso, facciano uno sconto. Il datore di lavoro e il lavoratore, per quanto possibile, si vengono incontro. Dove i legami economici si sviluppano naturalmente, mirano all'ottimizzazione. Le persone sorridono e in questo modo mostrano mutua concordia e fiducia. Questo va da se, in tutta sincerità ed è diventato da tempo una norma che non richiede sforzi speciali.
Da noi nell'economia e nei rapporti di produzione c'è poco di naturale, è un vero e proprio bonsai o ikebana. Tagliano i rami sani, li torcono, ci appendono dei piccoli pesi, non nutrono il terreno a sufficienza o lo nutrono con qualcosa di dannoso. “Perché non crescano”, come si esprimono in alto.
Degli odiosi burocrati parliamo come se fossero scesi dalla luna. Ma non vengono dalla luna, vengono dal cuore del nostro lodato e stralodato popolo. I burocrati siamo noi e quelli tra noi che si sono infilati tra i dirigenti grandi e piccoli, a cui è toccato un pezzetto di potere. Colui, dal quale dipende qualcosa nella nostra vita, è un burocrate. Anche se di potere gliene è toccata la più piccola quantità, non è già più popolo, mira più in alto. Ha bustarelle, un'automobile straniera, un cottage. Ma quello che schiacciano, quello da cui dipende poco, quello è il popolo, che ha la borsa della spesa. Qui non c'è da sorridere!
Ci agitiamo per i deputati, ma se ci trovassimo al loro posto, ci comporteremmo proprio così. Anche se molti di noi sono convinti che si comporterebbero del tutto diversamente. Non lo faremmo. Perché non conosciamo altro modo di raggiungere il benessere. Trovandoci in compagnia di gente educata dal partito comunista, dall'FSB [8] e dallo LDPR [9], ci trasformeremmo nei deputati dell'attuale Duma. Altrimenti ci caccerebbero via. O ci metterebbero in prigione. O ci avvelenerebbero. O ci ucciderebbero a colpi d'arma da fuoco.
Se l'onorabilità non è onorata, per la democrazia nel paese non c'è posto e non ci sarà. Dimenticatevene! Per società democratica si intende una società in cui la maggior parte dei cittadini tiene in onore l'onorabilità e l'onestà come condizioni fondamentali della vita dell'uomo tra le persone. La democrazia si sviluppa solo dove per la maggioranza è essenziale un consapevole rispetto per ogni persona, se non ha causato danni ad alcuno, dove la popolazione è incline a lavorare di più e a frodare di meno. Dove regna la falsità diffusa e l'inganno reciproco, la democrazia non si svilupperà, comunque si ha un juche [10] sovrano.
Chi chiama il popolo russo servo ha ragione nella stessa misura di chi dice: no, non è servo. Ce n'è di questi e di quelli. Ma nel paese si è stabilito un ordine in cui alle persone onorate e oneste non è agevole vivere. La maggior parte si è diretta dove è agevole. Le persone onorate su questo sfondo sembrano folli, anormali. Mentre i bugiardi professionisti hanno riconoscimenti e benessere.
Quando “costruivamo il comunismo”, la contrapposizione tra URSS e America era spiegabile. Oggi non siamo l'URSS, ma al contrario, costruiamo una società democratica. Le nostre amate guide hanno annunciato di avere alla base delle proprie dichiarazioni politiche proprio i valori occidentali. Non di meno guidano il paese come sotto il comunismo non finito di costruire. In altro modo non possono, non gli riesce.
Da noi i valori occidentali sono in voga solo in cose come Internet, computer, automobili, telefoni cellulari, macchine fotografiche, teiere elettriche, lavatrici, evroremont, evroparket, evrootdych [11]. Ma per quanto riguarda il parlamento, le elezioni, la stampa, la giustizia, preferiamo valori turkmeni o azeri [12]. Eleggiamo il presidente di un'unione di artisti come il sindaco della città di Soči, tanto rumore e tanti torbidi, ma il risultato è noto fin dall'inizio. Trionfalmente, sempre e ovunque vince il campione di tutte le specialità, l'invincibile risorsa amministrativa.
...E comunque sarà possibile in un futuro visibile stabilire in Russia rapporti normali e sani nell'economia, nella cultura, nella scienza? Penso che sia possibile! Andate ai magazzini “Ikea” o “Ašan” [13]. I nostri là non si comportano peggio dei parigini o dei berlinesi, ma con gentilezza, con disponibilità. Nessun miracolo, semplicemente là c'è un'atmosfera di un qualche ordine, ragionevolezza e controllo, quello che manca lì intorno. La maggioranza delle persone si sottomette volentieri a un ordine ragionevole e a un controllo onesto, quando non è un'imitazione, ma è vero. Allora non c'è necessità di mentire, rubare e farsi largo. Così è più facile vivere.
Quando nel nostro paese ci sarà una stampa libera, il diritto di scelta e una magistratura indipendente, solo allora potremo sentirci liberi, responsabili e coscienziosi cittadini. Per questo non c'è bisogno di molto. E' sufficiente che dieci onesti e competenti governanti vadano a capo del paese. Per cominciare anche solo uno!
Ma ecco il guaio! Chi li porterà là?


Tofik Šachverdiev [14]


17.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/040/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Aleksej Konstantinovič Puškov, noto politologo televisivo russo.
[2] Allusione ai proclami putiniani sulla Russia che “si è rialzata dalle ginocchia”.
[3] Michail Vladimirovič Leont'ev, giornalista di tendenza nazionalista.
[4] Aleksandr Andreevič Prochanov, giornalista, scrittore e attivista politico di estrema destra.
[5] Si tratta di non pochi russi la cui partecipazione a imprese edili si è rivelato vantaggiosa quanto l'acquisto di bond argentini...
[6] Le imprese che funzionano secondo il truffaldino schema piramidale, basato sul reclutamento continuo di nuovi soci. In Russia ci sono state truffe del genere clamorose.
[7] Le zone dell'ex URSS in stato di guerra o di agitazione (Cecenia, Inguscezia, Georgia...).
[8] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.
[9] Liberal'no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia), il partito nazionalista di Žirinovskij.
[10] L'ideologia ufficiale della Corea del Nord, una fusione di stalinismo e confucianesimo.
[11] Evroremont sta per “euro-ristrutturazione”, cioè la ristrutturazione dei brutti appartamenti sovietici secondo un criterio “europeo”, cioè occidentale, in voga in Russia negli anni '90. L'occidentalizzazione dell'epoca ha portato alla nascita dell'Evroparket (“euro-parquet”, essenziale per l'euro-ristrutturazione), ma anche dell'Evrootdych, le “euro-vacanze”.
[12] L'autore dell'articolo è nato a Bakù, capitale dell'Azerbaijan. Non credo che ritenga turkmeni e azeri popoli inferiori, ma alluda soprattutto ai regimi autoritari del Turkmenistan, per anni in mano a un satrapo megalomane come Nijazov, e dell'Azerbaijan, dominato dalla “dinastia presidenziale” degli Aliev.
[13] Marchio russo della Auchan.
[14] Regista e sceneggiatore.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/04/della-russia-e-della-democrazia.html

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