31 luglio 2008

A proposito della situazione del Caucaso (II)

Arrestato senza lasciare traccia

In Cecenia gli uomini delle strutture armate [1] sequestrano la gente come prima


Ai primi di maggio il principale difensore dei diritti umani ceceno Nuchadžiev ha comunicato che quest’anno nella Repubblica Cecena non è stato registrato alcun caso di sequestro. Una dichiarazione affrettata. Se non altro perché le circostanze del sequestro a Mosca dell’autorità criminale cecena Movladi Atlangereev sono già diventate di dominio pubblico – in seguito l’hanno visto in Cecenia. E un amico di Atlangereev – Zajndi Šachbiev – è stato sequestrato a febbraio per strada nel villaggio nativo di Šalaži [2]. A ben vedere, il garante della Repubblica Cecena si basa esclusivamente sui dati ufficiali ricevuti dalle forze dell’ordine, i cui agenti, com’è noto, nella maggior parte dei casi risultano anche essere sequestratori.
La “Novaja gazeta” ne ha scritto per molti anni, in particolare del fatto che uno dei posti più terrificanti in cui scompaiono le persone era l’ORB-2 (operativno-rozysknoe bjuro [3]), sottoposto al distretto federale meridionale [4], con sede a Groznyj. Ma a luglio dello scorso anno là è cambiato il capo: il colonnello Achmed Chasanbekov è stato sostituito dal colonnello della polizia Isa Surguev. E la situazione in qualche modo è cambiata.
Ma il 27 maggio di quest’anno è scomparso il ventiseienne Isa Chalitov.
Quel giorno, al mattino, in casa Chalitov (quartiere Oktjabr’skij [5] di Groznyj) sono giunti degli agenti di polizia. Hanno comunicato alla madre di Isa di essere dell’ORB-2 e che erano venuti per via dell’automobile VAZ-21124 che stavano cercando e che appartiene a suo figlio. Da casa Chalitov hanno portato via le chiavi, il libretto di circolazione e la patente di Chalitov.
L’agente operativo della RUBOP [6] Ruslan Ajubov ha telefonato al padre di Isa Leče Chalitov e gli ha chiesto di comparire immediatamente da lui presso l’ORB-2. Leče è arrivato, ha mostrato i propri documenti al KPP [7] e ha detto di essere stato chiamato da Ajubov.
Dopo qualche tempo è comparso un uomo sui quarant’anni, corporatura media, capelli neri, si è presentato come Ruslan Ajubov e ha condotto Chalitov-senior sul territorio dell’ORB-2. Nell’edificio dove si sono recati si trovava un giovane di 25-27 anni, che si è qualificato come il capo del SOBR [8] Timur Sattuev e ha comunicato che con la macchina di Chalitov-junior si erano dati alla fuga dei criminali che avevano sequestrato una ragazza. Un sequestratore era stato arrestato e Isa Chalitov doveva deporre al riguardo e fino al suo arrivo Leče sarebbe rimasto sul territorio dell’ORB-2 sotto sorveglianza. Leče Chalitov ha passato sul territorio dell’ORB-2 12 ore – praticamente in ostaggio. L’hanno rilasciato verso mezzanotte.
Ha cercato di chiamare alcune volte il figlio a Čerkessk [9], dove questi si stava sottoponendo a esami clinici. Allora Leče non sapeva ancora che suo figlio Isa era già stato arrestato da agenti di polizia verso le 22 presso il posto di blocco federale “Terskij chrebet” [10] a circa 50 km da Groznyj. Isa era con degli amici a bordo della loro macchina, gli agenti di polizia hanno preso solo lui e l’hanno portato via su una Niva di colore chiaro. Da allora nessuno ha più visto Isa Chalitov. Gli agenti dell’ORB-2 dichiarano di non aver sequestrato nessuno.
Chalitov-senior, per convincersene, ha tentato di entrare con un avvocato sul territorio dell’ORB-2. Non gliel’hanno permesso. Allora ha scritto una dichiarazione sulla scomparsa del figlio ai difensori dei diritti umani di Memorial [11] e anche alla procura e alla sezione per la sicurezza personale del ministero degli Interni del distretto federale meridionale.
Sia la procura, sia l’USB [12] lavorano su questa dichiarazione. Dal rappresentante del presidente russo nel distretto federale meridionale Vladimir Ustinov è giunta una risposta scritta.
Dalla risposta del capo dell’ORB-2, tuttavia, si evince che Isa Chalitov “non è stato registrato” sul territorio dell’ORB-2. Il colonnello Isa Surguev il 27 maggio si trovava a Rostov [13] a una riunione. Questi dice, che per lui personalmente è molto importante chiarire tutto sulla scomparsa di Isa Chalitov e che se l’USB e la procura si metteranno al lavoro sul caso, scopriranno la verità.
Ma ormai già da un mese Isa Chalitov è considerato scomparso senza lasciare traccia. E la questione della partecipazione alla sua scomparsa di agenti dell’ORB-2 e del SOBR resta per noi attuale.

Vjačeslav Izmajlov osservatore militare della “Novaja gazeta”

26.06.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/45/11.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] In russo siloviki (da sila, “forza) uomini delle strutture autorizzate all’uso della forza – l’esercito, il ministero degli Interni e quello per le Situazioni di Emergenza.
[2] Villaggio della Cecenia centrale.
[3] “Ufficio Operativo di Ricerca di Latitanti”.
[4] Putin ha diviso la Federazione Russa in sette distretti con a capo uomini di sua fiducia dotati di ampi poteri.
[5] “Dell’Ottobre” (non tutto è stato rinominato).
[6] Rajonnoe Upravlenie po Bor’be z Organizovannoj Prestupnost’ju (Direzione Provinciale per la Lotta contro il Crimine Organizzato).
[7] Kontrol’no-Propusknoj Punkt (Punto di Controllo dei Lasciapassare).
[8] Special’nyj Otrjad Bystrogo Reagirovanija (Reparto Speciale a Reazione Rapida), una sorta di Celere del RUBOP…
[9] Capitale della repubblica caucasica di Karačaevo-Circassia.
[10] “Catena montuosa del Terek”. Il Terek è il principale fiume ceceno.
[11] Associazione nata per difendere la memoria delle vittime del regime sovietico, in prima linea nella difesa dei diritti umani nella Russia post-sovietica.
[12] Upravlenie Sobstvennoj Bezopasnosti (Direzione per la Sicurezza Personale).
[13] Città della Russia meridionale.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/06/in-cecenia-tutto-cambiato-adesso-e-come.html

A proposito di Putin (VIII)

L’ultima firma del presidente

Alle otto e mezza della sera del 6 maggio, lasciando il gabinetto presidenziale, Vladimir Putin ha firmato un decreto che può eliminare definitivamente l’indipendenza degli avvocati

Presto, precisamente a luglio, la Duma di Stato [1] dovrà esaminare in prima lettura l’ultima iniziativa legislativa del secondo presidente della Federazione Russa. Ciò deriva dalla decisione del Consiglio della Duma del 13 maggio. Il disegno di legge federale e la nota esplicativa ad esso acclusa sono giunti alla Duma dalla segreteria del presidente alle ora 21 e 17 minuti del 6 maggio 2008 (vedi timbro sul documento). I corrieri a questo livello corrono arditamente, il che significa che Putin nell’ultimo giorno della sua presidenza ha probabilmente firmato il documento alle otto e mezzo della sera.
Noi elettori russi avremmo capito se nelle ultime ore prima di lasciare il Cremlino Putin avesse proposto qualcosa di breve e di epocale allo stesso tempo, per esempio un disegno di legge sulla rimozione del corpo di Lenin dal mausoleo. Ma la sua iniziativa finale è risultata legata al cambiamento dei rapporti tra gli avvocati e gli organi statali di registrazione, cosa che come accordo finale è un po’ opaca – in ogni caso, a prima vista.
La trovata qui è solo per i conoscitori: solo un esperto vedrà dietro gli emendamenti di routine alla FZ [2] “Sull’esercizio dell’avvocatura e l’Ordine degli avvocati” [3] il colpo più duro alla difesa, al diritto costituzionale dei cittadini a un aiuto qualificato in tribunale e insieme a questo all’indipendenza del potere giudiziario in generale. Il senso degli emendamenti, per semplificare, consiste nell’attribuzione agli organi di registrazione del diritto di rivolgersi, per privare gli avvocati del loro status, non solo agli organi di autogoverno degli avvocati, come gli ordini regionali degli avvocati, ma anche, come si vedrà in pratica, direttamente al tribunale, passando sopra le loro teste [4]. Con l’attuale livello di indipendenza dei magistrati (Medvedev ha appena promesso di occuparsi di questo problema, ma crescere giudici indipendenti non è cosa tanto rapida) gli organi di registrazione (strettamente legati al ministero della Giustizia e attraverso questo anche alla Procura Generale e al ministero degli Interni) otterranno un tale mezzo di pressione sugli avvocati che ci si potrà dimenticare di una reale difesa in cause in cui l’interessamento dell’autorità è minimo. Un’altra opzione del disegno di legge propone di eliminare il segreto professionale: ai funzionari degli organi di registrazione sarà attribuito il diritto di ottenere spiegazioni dagli avvocati e di verificare se rappresentano bene gli interessi dei propri assistiti e fiduciari. A questo va aggiunto che il disegno di legge propone di privare gli avvocati, una volta riconosciuti colpevoli, del diritto di essere accolti anche in futuro nel collegio degli avvocati, il che si può definire un divieto di esercitare la professione – in tutto il mondo civile questo è considerato assolutamente inammissibile.
Sul tavolo del presidente della Duma Boris Gryzlov il documento è giunto il giorno dell’insediamento, il 7 maggio (vedi timbro), quando presidente della Federazione Russa non era già più Vladimir Putin, ma Dmitrij Medvedev. Forse prima di trasmetterlo al Consiglio della Duma il 13, Gryzlov avrebbe dovuto precisare al nuovo presidente: come si pone davanti a questa pensata?
Ma queste non sono già più parole, ma fatti e questi fatti minacciano di divergere nettamente dalle parole di Medvedev sul rafforzamento dell’indipendenza dei magistrati. Perché una giustizia senza una difesa indipendente (prima di tutto dallo stato) è un’automobile senza una ruota: anche se le altre tre sono assolutamente perfette, non può già più andare da nessuna parte. L’avvocatura, che pure adesso in Russia, probabilmente, è lontana dalla perfezione, così come la magistratura, va rafforzata e fatta crescere, ma dare da pascolare ai lupi impersonati dai funzionari degli organi regionali di registrazione quelle che pure non sono pecore significa perdere la giustizia in se e per se. A tal proposito è perfino noioso ripetere argomenti, questi sono stati riassunti già da tempo in opere storiche e internazionali, vedi: le disposizioni fondamentali sul ruolo degli avvocati accolte nel 1990 dall’ottavo congresso dell’ONU per la prevenzione del crimine tenuto a New York; il Codice di condotta per i giuristi della Comunità Europea, approvato il 28 ottobre 1988 ecc. Sui principi di autogoverno e indipendenza dallo stato si basa anche la vigente legge federale “Sull’esercizio dell’avvocatura e l’ordine degli avvocati nella Federazione Russa” del 31 maggio 2002, in cui si propone di inserire “emendamenti”.
E’ chiaro che il giurista Dmitrij Medvedev è stato fatto presidente da Vladimir Putin, il quale, evidentemente, ha fatto la propria scelta fra sostenitori della forza e sostenitori del diritto un po’ prima degli elettori, che hanno votato a marzo. Ma com’è allora che alle otto e mezza della sera del 6 maggio dal suo gabinetto è saltato fuori questo?
Davanti a noi si disegna questa immagine (chiedo scusa per il carattere caricaturale, ma non si può dirlo in altro modo): Putin libera il gabinetto al Cremlino, rastrella i fogli dal tavolo, toglie dai muri i riconoscimenti internazionali ricevuti da vari organi in 8 anni di presidenza. Entra di corsa Sečin [5] (Ivanov [6], Patrušev [7]). Il loro comune amico Ustinov [8], che non sopporta gli avvocati come classe, ha minacciato di allontanarli dalla Chiesa Ortodossa Russa, finché non firmeranno presso Putin un documento sulla distruzione degli avvocati come classe… Beh, no, non è possibile, non è un uomo del genere questo Vladimir Vladimirovič…
Non abbiamo una precisa spiegazione per questa contraddizione, ma abbiamo il diritto di elaborare una versione che si basa su fatti a noi noti. Ancora il 30 aprile il presidente ha firmato un decreto che regolamenta i poteri complementari del servizio federale di registrazione, che corrisponderebbero (notare il condizionale) agli emendamenti alla legge sull’avvocatura, se a quel tempo fossero già stati approvati. Putin si è preso qui, certamente, una certa libertà nei confronti del Consiglio Federale [9] della Federazione Russa: è il suo decreto che deve corrispondere alla legge e completarla, ma qui, in ogni caso in senso temporale, è il contrario. Questo decreto di Putin è stato pubblicato ufficialmente il 5 maggio, ma il 6 alle 20 circa, come già sappiamo, è successo qualcosa che lo ha costretto a staccarsi da occupazioni più consone a quella sera, per esempio, provare le cravatte per l’insediamento di Medvedev del giorno dopo. Ma che è successo? Secondo la nostra versione, un fatto assai inaspettato avrebbe potuto essere il rifiuto di Medvedev di firmare il disegno di legge mirato allo sfacelo dell’avvocatura dopo essere diventato presidente a pieno titolo.
Putin è più un sostenitore della forza che un giurista, Medvedev è più un giurista che un sostenitore della forza, ma il potere reale, a dar retta ai politologi, finora resta a Putin. Quale delle sue due mani vincerà sull’altra, quando e a che prezzo? Torneremo, come promette Medvedev, a uno stato di diritto o torneremo di nuovo a una “dittatura della legge”, annunciata all’inizio della presidenza di Putin e più aderente alla “democrazia sovrana” di Surkov [10]? Difficilmente la scelta si compirà in tempi lunghi. A breve si comprenderanno i risultati di una serie di “test”, sulla base dei quali potremo trarre delle conclusioni sulla fondatezza della retorica in tema di diritto di Medvedev – una delle “teste parlanti” dell’aquila bicipite russa [11]. Uno di questi test (insieme alla questione del nuovo mandato del presidente del tribunale cittadino moscovita - vedi “Novaja gazeta” n. 41) sarà il destino degli emendamenti alla legge sull’avvocatura delle otto e mezza della sera del 6 maggio 2008.

Leonid Nikitinskij [12]osservatore della “Novaja gazeta”

23.06.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/44/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Tutte le assemblee legislative russe si chiamano “Duma”.
[2] Federal’nyj Zakon (Legge Federale).
[3] Le leggi russe vengono identificate dal titolo.
[4] L’eloquio contorto è nell’originale....
[5] Igor’ Ivanovič Sečin, vice capo dell’amministrazione presidenziale di Putin.
[6] Sergej Borisovič Ivanov, ex ministro della difesa, ritenuto un tempo il possibile “erede” di Putin.
[7] Nikolaj Platonovič Patrušev, capo dei servizi segreti russi.
[8] Vladimir Vasil’evič Ustinov, ministro della Giustizia sotto Putin.
[9] Sorta di Senato della Federazione Russa, formato dai rappresentanti dei soggetti della Federazione stessa (repubbliche autonome, regioni, ecc.) chiamato in genere “Consiglio della Federazione” – ho usato l’espressione “Consiglio Federale” per evitare un bisticcio.
[10] Vladislav Jur’evič Surkov, principale consigliere di Putin.
[11] L’aquila bicipite è il simbolo della Russia, ma qui è anche il simbolo della diarchia Putin-Medvedev.
[12] Leonid Vasil’evič Nikitinskij, presidente dell’unione dei reporter giudiziari russi.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/06/prima-di-andare-via-come-canta-neffa.html