21 maggio 2008

A proposito di Medvedev (III)

Come ci hanno contati. E considerati [1]

Le manipolazioni dei risultati delle elezioni parlamentari e presidenziali hanno superato le più ardite supposizioni degli analisti più sospettosi

– Prima delle elezioni di dicembre per la Duma [2] la popolazione adulta di Mosca è aumentata di 174000 persone e prima di quelle presidenziali è diminuita di altrettante

– Tra i seggi con le più alte percentuali in favore di Dmitrij Medvedev non ci sono i quartieri dove sono state utilizzate le “urne elettroniche”. Tra i seggi con i peggiori risultati ce ne sono la metà

– In 345 dei 3300 seggi moscoviti l’affluenza ha raggiunto il 90% e in 164 il 100%. Fra l’altro quasi tutti gli elettori sono giunti alle urne nell’ultima ora

– La quantità di schede “in più” nelle urne nel corso delle votazioni a Mosca assomma a 642000. Quasi tutte sono state segnate in favore del candidato del potere [3]

Secondo la legge le informazioni dettagliate sulle elezioni seggio per seggio sono inserite nei siti ufficiali delle commissioni elettorali regionali, che rientrano nel portale Internet della CIK [4] russa. Questa è un’importante conquista del nostro sistema elettorale. Tuttavia negli ultimi tempi la quantità di dati inseriti sta diminuendo. Per esempio, dal dicembre 2007 nel corso delle votazioni hanno smesso di mostrare in Internet il numero reale di elettori registrati al momento dell’inizio delle votazioni – vengono mostrate solo le percentuali di affluenza, calcolate su non si capisce quale cifra di partenza.

Ciononostante i dati pubblicati ufficialmente sono più che sufficienti per capire cosa succede durante le elezioni e in cosa si distingue il nuovo armamentario dell’amministrazione elettorale. Cominciamo da Mosca – città che da molti per inerzia è considerata modello di libertà democratiche.

La lotta per laffluenza

In ogni caso, come la “Novaja gazeta” ha raccontato già a novembre, secondo i parametri formali della “manovrabilità elettorale” rientra nei primi dodici soggetti della Federazione e si sta avvicinando lentamente, ma con certezza, a Daghestan [5], Tatarstan [6] e Baschiria [7].

Le risorse amministrative non deludono neanche stavolta.

L’intervallo tra le elezioni della Duma e le presidenziali è stato di tre mesi. I mutamenti nelle liste elettorali avrebbero dovuto essere minimi. Tuttavia da dicembre a marzo il numero di elettori a Mosca è calato di 174400 unita. Cioè il ritmo di riduzione della popolazione adulta a Mosca su base annua è di circa 700000 persone. Vogliono farci credere che a fronte di una riduzione della popolazione russa nel 2007 indicata in circa 478000 persone (valutazione provvisoria dell’Istituto di Statistica russo) Mosca da sola perde circa 200-220000 persone in più.

Noi pensavamo proprio: la città cresce e si moltiplica sotto la paterna protezione dell’amato sindaco [8]. Ma le cifre elettorali dicono: niente di tutto ciò, è una catastrofe demografica! Fra laltro, perché parlare di Mosca? Per ritmi di sparizione degli elettori dalle liste la capitale è superata di molta da San Pietroburgo: là il deficit in tre mesi ha raggiunto le 386000 unita – il 10% delle liste! Su base annua – via un milione e mezzo di cittadini. Buona anche la regione di Krasnodar [9] – meno 216000 in tre mesi. E’ sintomatico che proprio questi soggetti della Federazione siano diventati i leader dell’incremento di affluenza in questi tre mesi – nella regione di Krasnodar l’attività degli elettori in confronto a dicembre è aumentata del 22,6%, a San Pietroburgo del 16,7%.

Noi, certo, crediamo assolutamente alle cifre ufficiali. Ma per ragioni di scrupolosità scientifica ci arrischieremo comunque a proporre un’ipotesi alternativa. L’affluenza si calcola come quota di coloro che si sono recati a votare rispetto al numero totale di elettori nelle liste. Questa si può fare aumentare o accrescendo il numeratore o riducendo il denominatore. La finezza sta nel fatto che alle elezioni per la Duma i seggi sono determinati nei territori su base proporzionale rispetto al numero assoluto di votanti (i 174000 voti in più a dicembre sono due seggi in più per Mosca). Da qui l’enigmatica crescita del numero di elettori da luglio (data dell’ultima verifica delle liste) a dicembre 2007 nella misura di 1,6 milioni di persone notata dal membro della CIK E. Koljušin.

Ma nelle elezioni presidenziali l’accento è stato posto sulle percentuali di affluenza come segno di appoggio popolare generale. Come risultato c’è stata una mostruosa moria elettorale a Mosca, a Piter [10] e in tutta la grande Rus’ [11]. 1,6 milioni di persone come sono spuntate dal nulla il 2 dicembre, così sono scomparse nel nulla il 2 marzo.

Cosa c’è di nuovo qui? Solo una schiettezza mai vista da parte dell’amministrazione, che è convinta che l’entusiasmo da essa mostrato tolga di torno tutte le domande scomode.

Alle 10 del mattino del 2 marza l’affluenza media a Mosca, secondo i dati del sito della Commissione Elettorale Moscovita era del 5,6%. Su questo sfondo stupisce l’attività del quartiere di Presnja [12] – il 13%; in singoli seggi circa il 20%. Tre mesi fa alla stessa ora in quel quartiere aveva votato il 4,5%, mentre nel vicino quartiere Dorogomilovskij l’affluenza mattutina alle elezioni presidenziali era solo del 3,7%.

Le notizie su campi dalla fertilità triplicata nei kolchoz d’avanguardia non stupiscono chi ha avuto la fortuna di nascere e vivere in URSS. Stupisce piuttosto la facilità con cui siamo tornati a certe cose.

Ancora più strampalata sembrava l’affluenza nel quartiere di Birjulevo Est. Ecco gli uomini d’avanguardia, che uomini d’avanguardia! In tutte i 38 seggi alle 10.00 è stata registrata un’affluenza standard del 7,3% (con divergenza in più e in meno dello 0,3%). Nel quartiere Taganskij, dove si trova la prefettura dell’AO [13] Centrale, in tutti i seggi aperti alle 17.00 l’affluenza con una precisione di alcune cifre decimali è risultata pari al 57%. Fra l’altro Mosca è lontano dai record assoluti russi di sincronia. Nel Daghestan, uno dei leader nel campo della manovrabilità elettorale, una concordanza del genere si osserva sistematicamente. In tutti e 36 seggi elettorali di Derbent [14] l’affluenza nel corso della giornata si è aggiornata idealmente di pari passo e alle 19.00 in tutte le commissioni si è bloccata al 90,8% più/meno 0,04%.

Tuttavia là dove per qualche ragione le votazioni si trovavano sotto l’occhio di osservatori o giornalisti pare che una qualche mano invisibile abbia trattenuto gli slanci stacanovisti. Nel seggio moscovita n. 105, dove votavano i membri del governo dalle 17 alle 19 l’affluenza, contro le leggi della natura, in generale è diminuita – dal 41,1% al 39,9%. Poi, in verità, si è elevata fino al 43,7%, ma comunque si è bloccata ad uno dei livelli più bassi nella città.

Ecco il guaio. Secondo le regole dei kolchoz la presenza delle alte sfere doveva provocare un potente entusiasmo delle masse, ma qui è tutto il contrario: più telecamere ci sono, più bassa è l’affluenza. La massa vera e propria, registrata nei resoconti, pare fuggire la marmaglia scrivente e filmante.

In un decimo dei seggi (345 su quasi 3300) i moscoviti hanno espresso alla grande un’attività superiore al 90% e in 164 seggi, se si vuol credere ai resoconti, praticamente al 100%. Fondamentalmente si tratta di seggi all’interno di ospedali e carceri per la detenzione preventiva e anche di seggi posti nelle stazioni. Ma ce ne sono anche di usuali, dove gli elettori votano a seconda della residenza. Per esempio i n. 1504, 1706, 1243 e 1257.

Come dire che letteralmente tutti gli elettori sono andati a votare, fra l’altro principalmente nell’ultima ora. Nel seggio n. 1504 nel quartiere di Pečatniki alle 19.00 l’affluenza era del 55,2%, ma alle 20.00 era schizzata al 100%. In unora avevano votato mille elettori? No, certo. Semplicemente l’amministrazione elettorale ha parificato il numero di elettori registrati a quello dei votanti reali – concretamente 1851. La cifra risultante, ahimè, non corrisponde al numero di schede elettorali ricevute dalla commissione. Un seggio con un numero di elettori pari a 1851 persone non può ricevere le 2800 schede indicate nei resoconti. Di solito le schede che vengono date sono un po’ meno degli elettori nelle liste. A tal proposito, a dicembre nel seggio n. 1504 si contavano 3022 elettori.

Beh, qui qualcosa più di mille sono spariti in tre mesi. Cosa non succede in condizioni da competizione socialista. I frutti di tali sforzi di razionalizzazione si sommano città per città e alla fine risulta la stessa “catastrofe demografica”. Virtuale, per fortuna. Come, fra l’altro, anche gli indici di affluenza da record ottenuti con il suo aiuto.

Purtroppo a Mosca sanno innalzare l’affluenza non solo riducendo il denominatore. Nel seggio n. 66 nel quartiere Krasnosel’skij senz’alcuna arbitraria riduzione delle liste all’ultimo momento l’affluenza è salita dal 50,3 al 79,5%, e così il seggio è passato da quelli arretrati a quelli d’avanguardia. Ma nel frattempo esattamente 500 schede risultano “sottratte”, cioè come se fossero state consegnate, ma non inserite nelle urne. E questo quando la dirigenza della CIK russa ha dato severe disposizioni per far cessare la sottrazione di schede in quanto forma di appropriazione indebita di beni di proprietà dello stato. E’ difficile credere che un quarto degli elettori del seggio n. 66 si sia messo la scheda sotto il giubbotto e la cifra è tonda in modo sospetto. Inoltre nei seggi vicini non è scomparsa alcuna scheda. La cosa più buffa è che nello stesso seggio alle elezioni municipali non era stata “sottratta” alcuna scheda. L’affluenza finale nel resoconto municipale è rimasta comunque al 50,5%. Nel quartiere di Krasnosel’skij vive gente strana: metà delle liste è andata a votare mettendo, come tutti, due schede in due urne. Ma poi ne è arrivata ancora un mezzo migliaio (29%), hanno sottratto le schede presidenziali, alle municipali non hanno badato – e ne hanno portate via cinquecento. Beh, i moscoviti sono così. Si consumano le suole delle scarpe [15]. Resta solo da sperare che le 500 schede federali “sottratte” fossero puramente virtuali e non siano riemerse da qualche parte in un altro seggio, prendendo parte un’altra volta all’aumento dell’affluenza.

Le astuzie stacanovistiche con l’affluenza violano la legge, ma non si riflettono direttamente sull’andamento delle forze politiche. Sono a loro modo innocenti – piuttosto permettono di valutare meglio il livello intellettuale degli amministratori elettorali.

Ci sono, tuttavia, anche prodigi più schifosi. Quando si lotta contemporaneamente per l’affluenza e per il risultato. Cioè non solo si gioca con le liste e con le schede virtuali, ma si inseriscono anche schede compilate “correttamente”. O si riscrivono i resoconti. Il che, certo, si riflette pure nella statistica finale – basta solo non stancarsi di fare i conti.

In 85 seggi l’affluenza nell’ultima ora è cresciuta del 25% e più. Fra l’altro non ci osservano segni di riduzione dell’entità delle lista. Ciò significa che gli elettori non sono stati “tolti dal conto”, ma “aggiunti”. Guardiamo come si fa.

Particolarità dei seggi

Una storia a parte sono i seggi posti nelle stazioni e nell’aeroporto di Vnukovo. Secondo i documenti ufficiali questi sono chiamati ad occuparsi dei votanti che vengono da fuori, che voterebbero con documenti esclusivi [16]. Tuttavia, a giudicare dai resoconti, là non hanno votato solo gli ospiti della città. All’aeroporto di Vnukovo, al seggio n. 4007, con documenti esclusivi aveva votato il 19,3%. Va da se che nell’ultima ora una mela non avrebbe trovato dove cadere [17] – la crescita dell’affluenza è del 33,2%. Cioè dalle 19 alle 20 a Vnukovo si è portata una folla di compatrioti pieni di senso di responsabilità civile. Evidentemente registrati a Mosca [18].

Lo stesso è avvenuto alla stazione di Kiev [19]. Quelli che avevano votato con documenti esclusivi erano il 17,9%, l’aumento di affluenza nell’ultima ora è stato del 19,1%. L’eroismo degli anonimi cavalieri della democrazia sovrana [20] è ancor più considerevole, perché chiaramente abitano lontano dalle stazioni: infatti per le contemporanee elezioni municipali i seggi da stazione non sono stati allestiti. Ciò è comprensibile: i moscoviti non vivono nelle stazioni. Ciò significa che quello stesso 80% di elettori che ha assicurato l’affluenza alla stazione di Kiev o a Vnukovo per i municipali ha votato da qualche parte vicino a casa proprio, ma per il presidente si è mosso per andare a votare all’aeroporto…

Beh, proprio stacanovisti. Gente di tipo speciale.

Ma forse nessuno è andato in nessun posto e l’80% è stato semplicemente inserito o aggiunto al resoconto dalla mano ferma di qualcuno?

Oppure ecco un’altra invenzione. Nel quartiere del parco di Fili è stato installato per la prima volta il seggio n. 3065. Un seggio usuale – per moscoviti. Più precisamente per gli abitanti dell’unico stabile al n. 14 di via Bagration. La commissione elettorale è stata piazzata nella sede della S.p.a. “MTZ Rubin [21]”. In ogni caso questa non è una fabbrica, ma il ben noto centro commerciale “Gorbuškin Dvor [22]”. Nelle liste per le elezioni municipali si contano qui in tutto 153 elettori, che corrispondono agli abitanti dello stabile n. 14. Ma ecco che nelle liste per le elezioni presidenziali ci sono ben 3847 persone. Come fanno ad essercene tante in uno stabile di 14 piani con un solo ingresso? A proposito, secondo la legge sulle elezioni del presidente della Federazione Russa in un seggio non possono essere registrate più di 3000 persone (sez. 3 art. 25) a meno che non si trovi all’estero. Ma la commissione del seggio n. 3065 ha ricevuto 3750 schede e qui hanno votato 3702 elettori. Con unaffluenza del 96,7%. Il risultato di Dmitrij Medvedev, non è il migliore in termini di percentuali – 88,4%, ma quanto a numeri assoluti assomma a 3272 voti, come in tre seggi moscoviti medi messi insieme. E’ il record assoluto in un seggio del paese, tra l’altro. Comunque il contributo dei residenti reali di questo seggio al mucchio di Medvedev è al massimo di 64 voti. Proprio tanti elettori, registrati nello stabile n. 14, sono andati a votare (la loro affluenza locale, ne deriva, è stata del 41%).

Allora chi ha appoggiato in modo così monolitico Dmitrij Medvedev qui? Forse i visitatori e il personale del centro commerciale? Ma in questo caso avrebbero dovuto lasciare dei documenti esclusivi. Ma di questi, com’è indicato nel resoconto, ne sono stati trovati 95. Sono prodigi.

E nessuno fa domande. E perché mai, è tutto chiaro comunque.

Appaiono enigmatici i casi in cui in seggi vicini sono stati registrati risultati radicalmente divergenti. I seggi n. 87 e n. 88, simili per dimensioni, posti nella Casa dell’Architetto [23], a cui sono state attribuite fondamentalmente le stesse strade (Spiridonovka, Malaja Nikitskaja, ecc.), differiscono solo nell’organico della commissione e degli osservatori. Tra l’altro nel seggio n. 87 l’affluenza alle 10 del mattino era del 4% e alla fine delle votazioni ha raggiunto il 43,5%. Là Medvedev ha ottenuto il 56,7%, Zjuganov [24] il 29,7%, Žirinovskij [25] il 7,1%. Mentre nel n. 88 l’affluenza alle 10 era al 18,9%, alla chiusura ha raggiunto il 95,7%. Medvedev ha avuto il 93,8%, Zjuganov il 5,2%, Žirinovskij lo 0,9%. Nell’ultima ora l’affluenza nel prima seggio è cresciuta del 4% (il che è vicino alle medie da molti anni a questa parte), nel secondo del 27,7%.

E’ interessante che tra le quasi 1400 schede nel seggio n. 88 non ce sia stata alcuna non valida. In condizioni normali una o due persone su 100 sono sempre impaurite della scheda. Ma qui 1400 persone hanno colpito come campioni olimpici di biathlon: tutti al centro del bersaglio [26]. Ah, Mosca, città di contrasti.

Il modello elettronico

Di seggi simili al n. 88 solo nel quartiere di Presnja ce n’era più di una decina e in altri quartieri in abbondanza. E’ notevole che quasi tutti si trovino là dove non venivano utilizzati i complessi per l’esame delle schede elettorali (KOIB [27]). Essenzialmente si tratta di scanner con computer collegati al GAS [28] “Vybory” [29].

Nei seggi con il KOIB le possibilità di manipolazione delle liste sono ridotte, anche se non sono del tutto escluse. Il problema principale è che l’usuale resoconto si può riscrivere a richiesta, ma correggere quello elettronico è decisamente più problematico. Bisogna inserire noiosamente una per una le schede false nello scanner, il che fa calare la produttività del lavoro e fa aumentare il rischio di farsi beccare. Allora facciamo dei confronti.

I KOIB erano posti in 949 seggi, a cui era attribuito il 31,5% degli elettori moscoviti. Una selezione più che rappresentativa – circa un milione e mezzo di persone. Nei confronti che hanno a che fare con quantità così grandi risultano statisticamente significative perfino divergenze dell’ordine di punti percentuali. Eppure da noi, come si vede nella tabella n. 1, le differenze sono più grandi. Che potrebbe significare?

Tabella n. 1: risultati delle elezioni presidenziali a Mosca (in %)

Tipo di seggio

Affluenza

Medvedev D.A.

Zjuganov G.A.

Žirinovskij V.V.

Bogdanov A.V. [30]

Mosca in generale

66,3

71,5

16,5

7,6

2,0

Seggi con KOIB

57,3

65,9

19,8

9,1

2,6

Seggi “aperti”

70,5

73,6

15,3

6,9

1,8

Seggi “chiusi”

98,7

73,5

14,2

8,4

1,9

Stazioni, aeroporti

98,5

83,2

7,3

7,4

0,9

Seggio “Gorbuškin Dvor”

96,7

88,4

2,5

6,6

1,1

Seggi in cui votavano i politici al potere

49,2

64,0

23,1

7,4

2,7

Nei seggi dove sono stati posti i KOIB, sono notevolmente peggiori l’affluenza e i risultati di Dmitrij Medvedev.

Su 20 quartieri moscoviti con la più bassa affluenza in 15 erano in funzione i KOIB. E al contrario in nessuno dei 30 quartieri con la più alta affluenza c’erano i KOIB. Nei territori senza KOIB sono stati registrati anche i più alti indici di affluenza nell’ultima ora. Il massimo hanno dato il quartiere Preobraženskij – 23,7% e Kuncevo – 22,6%. Un sistematico calo degli indici di entusiasmo elettorale si osserva non solo nei seggi con il voto elettronico, ma anche là dove hanno votato le più alte sfere e conseguentemente c’era un relativo ordine quanto a osservatori e trasparenza. Tuttavia le alte sfere sono incline a vivere e votare in quartieri privilegiati, perciò non è del tutto corretto prendere questi risultati come modello per tutta Mosca. I KOIB invece erano distribuiti in tutta la città e perciò sono adeguati come mezzo di verifica.

Tra i 20 territori con i più alti indici di sostegno a Dmitrij Medvedev non c’è alcun quartiere con i KOIB, ma tra i 20 con i più bassi ce n’è più della meta con i KOIB. Uno dei migliori risultati di Medvedev è nei quartieri di Kuncevo e Možajskij (84-86%). Qui i KOIB erano in funzione a dicembre, ma non lo erano a marzo. E proprio qui (guarda che coincidenza!) ci sono i più alti indici di crescita a Mosca dei voti per Medvedev rispetto ai risultati di dicembre di “Russia Unita” [31]: un 37,8% si è aggiunto a Kuncevo, un 39,2% nel quartiere Možajskij.

A un’analisi più accurata i risultati a Kuncevo suscitano vero entusiasmo . Nel corso dell’ultima ora (o piuttosto subito dopo la chiusura dei seggi?) ha avuto luogo un fenomenale incremento dell’attività. In 36 dei 38 seggi aperti (nei 4 “chiusi” considereremo spiegabile un’affluenza del 100%) nell’ultima ora l’affluenza si è impennata del 13-35%. E solo in due di un verosimile 4-7%. In uno di essi, il n. 2477, l’affluenza finale è stata del 63,4%; il risultato di Medvedev è stato 64,4%, quello di Zjuganov 23,9%. Nel vicino seggio n. 2473, dove nell’ultima ora l’affluenza è cresciuta del 34,5% e infine ha raggiunto il 79,3%, il risultato di Medvedev è stato 91,6%. Quello di Zjuganov 3,5%. Solo tre mesi fa (con l’uso di KOIB) in questo seggio aveva votato per il KPRF [32] il 21,3%, per “Russia Unita” il 44,7%.

Basta liberare le alate commissioni moscovite dalla zavorra elettronica e le cifre stacanovistiche schizzano in cielo.

Ma particolarmente sano appare il seggio n. 2455, dove tutte le 1300 schede ricevute dalla commissione sono state utilizzate. Nemmeno una eliminata, sottratta, danneggiata! Eppure tre mesi fa (quando qui c’erano i KOIB) non fu affatto così. Allora toccò eliminare 665 schede inutilizzate.

Se si considera giusto per tutta Mosca l’indice medio di affluenza registrato nei seggi con i KOIB (57,3%), allora risulta che alle elezioni hanno preso parte non 4640000 elettori, ma circa 4000000. Comunque è facile che anche questo calcolo abbellisca la realtà, perché anche in presenza dei KOIB le manipolazioni non sono escluse – semplicemente richiedono maggiore attenzione. A tal proposito, anche nello strampalato seggio nel centro commerciale “Gorbuškin Dvor” era stato utilizzato il KOIB, ma questo non ha impedito che apparisse un’affluenza fenomenale e un voto monolitico.

Se si utilizzano i dati dei KOIB come una sorta di modello per tutta Mosca, bisogna riconoscere che alle elezioni di marzo in città sono state “aggiunte” come minimo 630-640000 schede, cioè il 13,6% di tutte quelle trovate nelle urne. E’ giusto ricordare che le firme a sostegno dei candidati non erano considerate valide, se la quantità di quelle considerate inaffidabili superava il 5%. Perché non prendere in considerazione sulla base di simili criteri i risultati moscoviti?

Ripartendo i voti tra i candidati sulla base dei risultati medi dei seggi con i KOIB ci convinciamo che in presenza di un totale controllo elettronico Dmitrij Medvedev avrebbe ottenuto in totale circa 642000 voti in meno. O, il che è lo stesso, nei seggi senza KOIB ha ricevuto un premio di 642000 voti “oltre il modello”. Circa un quinto del risultato generale indicato nel resoconto finale.

E’ caratteristica la coincidenza quasi perfetta del numero di “schede soprannumerarie” [33] e di quello di “voti soprannumerari” per Medvedev nei seggi privi di controllo elettronico. Le schede che garantiscono l’aumento di affluenza in queste zone sono compilate in suo favore.

Per gli altri candidati, se tutta Mosca fosse stata sotto il controllo dei KOIB, i voti sarebbero notevolmente aumentati. Gennadij Zjuganov avrebbe ottenuto quasi altri 40000 voti in più del risultato ufficiale.

Se si prendono a modello i risultati dei seggi “trasparenti”, dove hanno votato gli uomini al potere, la differenza sarà ancora più stupefacente (vedi tabella 2).

Tabella 2

Candidati

Secondo i resoconti

Nuovo conteggio secondo i dati dei KOIB

Mutamenti

Numero di voti

%

Numero di voti

%

Numero di voti

%

Medvedev D.A.

3285990

71,5

2644008

65,9

+641982

+5,6

Zjuganov G.A

756936

16,5

795488

19,8

-38552

-3,3

Žirinovskij V.V.

347329

7,6

365979

9,1

-18650

-1,5

Bogdanov A.V.

93714

2,0

103336

2,6

- 9622

-0,6

Conclusioni provvisorie

1. Se si concorda sul fatto che si chiamano giuste e libere le elezioni in cui sono garantite pari condizioni nella campagna elettorale e corrette quelle in cui le schede sono conteggiate onestamente, allora le elezioni presidenziali a Mosca, a guardare i dati ufficiali, come minimo non corrispondono al secondo criterio. Anche sul primo criterio si è detto non poco.

2. Comunque non vediamo basi formali per mettere in dubbio la vittoria di Dmitrij Medvedev. Più probabilmente il suo risultato reale in città (lasciando da parte il problema della giustizia e della libertà delle elezioni) è circa il 65% con un’affluenza nell’ordine del 55%. Tuttavia non si vorrebbe ricavare i veri risultati con l’aiuto di metodi indiretti, ma ottenerli onestamente dall’amministrazione elettorale, che fra l’altro vive delle nostre tasse. O vogliamo troppo?

3. Il numero di “stranezze elettorali” a Mosca (della Russia in totale si parlerà poi) è sensibilmente aumentato nel ciclo elettorale 2007-2008 in confronto a tutte le precedenti elezioni federali. Si può parlare di un avvicinamento accelerato delle elezioni moscovite a standard “caucasici” o “sovietici”. Comunque pare che sia stata superata sostanzialmente la soglia della decenza: mai prima d’ora la tesi della manipolazione dei conteggi aveva trovato tanto appoggio tra le masse. La palese bravata degli amministratori elettorali lo sottolinea in modo paradossale: in ogni caso gli si stringe lo stomaco sempre di più. Vai a sapere da dove rastrellare – di sopra o di lato. Purtroppo non li angoscia per nulla la prospettiva di rastrellare di sotto. E qui hanno ragione [34].

4. Fra l’altro è importante la presenza di profonde divergenze nei resoconti in seggi che, apparentemente, non differiscono in nulla. Ciò significa che molto dipende da fattori al di fuori del sistema, come l’onestà di singole commissioni elettorali, la presenza di osservatori qualificati, ecc. Dietro resoconti finali regolari si nasconde una tragedia umana: ci sono persone e commissioni capaci di contare i voti onestamente. Sono la minoranza. Si sentono dei reietti, non hanno altro sostegno che la convinzione personale: “Fai quel che devi e sia quel che sia”. Su questo sfondo le frettolose dichiarazioni della “società democratica” sul fatto che “le elezioni sono del tutto false” soffrono del vecchio peccato intellettuale di generalizzazione.

Invece di dare almeno un sostegno morale alle poche commissioni oneste (perlomeno allo scopo di avere un modello) i liberali facilmente e volentieri abbandonano il campo di battaglia e tornano alle usuali discussioni da cucina. E’ davvero così difficile interessarsi dei risultati delle votazioni nel proprio seggio ed esprimere gentilmente il proprio giudizio al presidente o ai membri della commissione che vivono o lavorano nelle vicinanze?

O questo deve farlo qualcun altro? Il potere? Questo lo fa – nei propri interessi. Ma dove siete voi che amate tanto parlare di società civile? I membri delle commissioni elettorali vivono nella stessa società in cui essi vivono. Tra loro ci sono all’incirca altrettanti cittadini che tra voi: troppi pochi. Ma ci sono e a loro basta (per ora!) il coraggio per resistere alla pressione del sistema.

5. Al primo posto c’è la questione della fiducia nelle stesse procedure elettorali e nelle persone che le mettono in atto. Oggi un cittadino che desidera essere leale verso il proprio stato è posto davanti ad una scelta anormale: o sei un idiota che non capisce come “si fa un risultato” o sei un vigliacco che capisce tutto, ma tace. E’ cosa comprensibile, tra queste due opzioni manovrano anche gli stessi rappresentanti dell’establishment. Fra l’altro la maggior parte di essi ha fatto la propria scelta.

Lo chiamano patriottismo, servizio alla Patria, dovere morale di una persona ortodossa ecc. ecc. Bene. Perlomeno la gente capisce meglio chi pronuncia queste parole e cosa significano oggi.

Dmitrij Oreškin,
direttore del centro di analisi “Merkator” dell’Istituto di Geografia dell’Accademia delle Scienze russa
Vladimir Kozlov,
analista principale del centro “Merkator”

24.04.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/29/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Nell’originale si gioca su due significati del verbo posčitat’, “contare” e “considerare”.

[2] La “camera bassa” del parlamento russo.

[3] L’establishment putiniano viene ormai definito semplicemente “il potere”.

[4] Central’naja Izbiratel’naja Komissija (Commissione Elettorale Centrale)

[5] “Repubblica autonoma” caucasica.

[6] “Repubblica autonoma” orientale popolata principalmente da tatari, da cui il nome.

[7] “Repubblica autonoma” orientale. Questa e le regioni sunnominate sono considerate – credo non del tutto a torto – esempi di arretratezza da molti punti di vista…

[8] Jurij Michajlovič Lužkov, da oltre quindici anni sindaco di Mosca e fedele a Putin.

[9] Russia meridionale.

[10] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[11] Antico nome della Russia.

[12] Il quartiere in cui si trova la “Casa Bianca”, la sede del governo…

[13] Administrativnyj Okrug (Distretto Amministrativo).

[14] Città sul Mar Caspio che è fra l’altro la più meridionale della Federazione Russa.

[15] Come dire, sono estremamente energici.

[16] Che attestano cioè che non fanno parte delle liste elettorali dei normali seggi cittadini.

[17] Come dire, c’era una ressa enorme. Una ressa virtuale…

[18] Per vivere a Mosca bisogna esservi registrati. Ma è ovvio che chi è registrato a Mosca e non ci vive conserva i benefici derivanti da tale registrazione.

[19] Stazione nel centro di Mosca da cui partono i treni per la capitale ucraina.

[20] Definizione ufficiale del neo-autoritarismo russo.

[21] MTZ può avere vari significati, Rubin è il rubino…

[22] “La corte di Gorbuška”. Gorbuška significa “cantuccio di pane”…

[23] Istituto centrale di architettura.

[24] Gennadij Andreevič Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa.

[25] Vladimir Vol’fovič Žirinovskij, leader del Partito Liberal-Democratico (in realtà nazionalista) della Federazione Russa.

[26] Letteralmente “alla mela” (il gergo del biathlon risente di Guglielmo Tell?).

[27] Abbreviazione della dicitura russa Kompleks Obrabotyvanija Izbiratel’nych Bjulletenej.

[28] Gosudarstvennaja Avtomatizirovannaja Sistema (Sistema Automatico Statale), da intendersi come “centro per l’elaborazione dei dati”.

[29] “Elezioni”.

[30] Andrej Vladimirovič Bogdanov, Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Russa, candidato alle presidenziali per l’irrilevante Partito Democratico Russo. Le sue sdegnate smentite non hanno eliminato i sospetti che Bogdanov fosse una sorta di specchietto per le allodole…

[31] Il partito che ha il solo scopo di sostenere la politica di Putin e che adesso ha la maggioranza in parlamento.

[32] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).

[33] Letteralmente “oltre il piano”. Qui si allude ai propagandistici superamenti dei piani quinquennali sovietici (ma in tutto l’articolo vengono usate ironicamente frasi tipiche della propaganda sovietica).

[34] Il senso del passaggio è oscuro per noi, ma come ha detto un saggio anonimo “in Russia nessuno sa, ma tutti capiscono”... Pare di capire che per le commissioni elettorali sia più facile imbrogliare i deboli.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/05/come-si-fanno-le
-elezioni-in-russia.html