29 dicembre 2008

A proposito di Russia e Georgia (V)

Caucaso: la guerra è finita, e poi?

Michail Stepovik [1], 27.12.2008 20:13

La stampa settimanale dedica articoli all’analisi della situazione del Caucaso dopo la guerra, complicata dal problema delle ambizioni personali di alcuni politici.

"Der Spiegel" scrive:
Nella città di Tskhinvali sono state ricostruite dieci scuole, parchi giochi e ospedali. Tuttavia le finestre di molte case sono ancora coperte di compensato o di lenzuola. Dove spariscano il vetro e gli altri materiali da costruzione inviati nella repubblica, nessuno lo sa.

Ciò riguarda anche buona parte delle risorse – equivalenti a circa 350 milioni di euro – stanziate da Mosca per la ricostruzione. Per la Russia la situazione dell’Ossezia del Sud potrebbe avere conseguenze fatali: se in Georgia i profughi, grazie all’aiuto degli USA e dell’UE hanno potuto avere un tetto sopra la testa, la ricostruzione dell’Ossezia del Sud potrebbe fallire vergognosamente.

In conseguenza agli occhi dei popoli del Caucaso la Russia potrebbe perdere la reputazione di grande potenza, capace di portare ordine. Se l’Ossezia del Sud sprofonderà nel caos, la Russia potrà avere a che fare con l’instabilità di tutta la regione. Per esempio, in Inguscezia e in Daghestan già ora praticamente ogni giorno avvengono scontri con reparti di insorti armati.

Il presidente Kokoity amministra la propria patria come un boss di un clan mafioso. Quelli che osano fare delle critiche vengono costretti dai servizi segreti a lasciare i luoghi nativi. E i membri della sua famiglie e i compagni d’armi più vicini vengono destinati a posti importanti. Suo fratello Robert è diventato ambasciatore dell’Ossezia del Sud nella soleggiata Abcasia sulle rive del Mar Nero.

Certo, gli osseti sono grati alla Russia perché in agosto le truppe inviate da Mosca hanno fermato l’avanzata dell’esercito del presidente Mikhail Saakashvili e con ciò hanno impedito la riunificazione della provincia con la Georgia. Tuttavia la popolazione guarda al regime di Kokoity con sfiducia crescente.

"Die Zeit" analizza così le conseguenze della guerra russo-georgiana:

Vladimir Putin e Mikhail Saakashvili hanno un tratto comune: l’odio reciproco e l’incapacità di scendere a compromessi e accordarsi con i separatisti. Fanno continuamente minacce e talvolta inviano le truppe.

In tal modo ha agito Putin in Cecenia e nella stessa trappola si è trovato Saakashvili in Ossezia del Sud. Il conflitto si è acuito anche perché le ambizioni di potere di entrambi i politici sono molto simili. Non si trattava di salvare degli innocenti, non si trattava di petrolio o di gas. In questo caso si è manifestato l’odio reciproco, le cui dimensioni hanno superato ogni limite.

A dire il vero, Putin avrebbe potuto uscire dalla guerra come il vincitore morale, che aveva difeso l’Ossezia del Sud dall’aggressiva Georgia. Tuttavia si è lasciato sfuggire questa chance, inviando truppe sul territorio della Georgia, dove si sono fermate per qualche settimana. L’incursione in un paese sovrano ha scioccato il mondo intero e Saakashvili si è trovato nel ruolo della vittima innocente. In tal modo Putin ha dato dimensioni internazionali a un conflitto regionale del Caucaso.

In conseguenza della guerra hanno perso tutti. Gli Stati Uniti – perché avevano puntato su Saakashvili, che si è rivelato un cattivo stratega. La Russia – perché questa, trovandosi in crisi economica, è costretta a prendersi a carico una provincia in miseria. E la Georgia – perché non solo ha perso due province, ma si è privata delle chance di entrare a far parte della NATO in un prossimo futuro.

http://www.ingushetia.org/news/17375.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Giornalista russo che lavora per l’agenzia di informazioni tedesca “Deutsche Welle” (Onda Tedesca).

27 dicembre 2008

A proposito delle forze dell'ordine russe (II)

Una ripulitura [1] con il metodo dell’avvicendamento

Già le prime azioni di protesta del tempo di crisi hanno dimostrato che la polizia non è pronta per una forma dura di repressione. E’ toccato attivare un corpo speciale d’elite di Mosca

Le passeggiate presso l’abete principale di Vladivostok [2] in attesa dell’anno nuovo [3] sono finite con il pestaggio di massa di tutti i partecipanti nella piazza centrale della città.

Il pestaggio del 21 dicembre è stato opera degli agenti del reparto speciale “Zubr” [4], spedito nella capitale del Primor’e [5] dai dintorni di Mosca. Dai mezzi speciali, dalle mani e dai piedi dei “bisonti” sono state contuse duecento persone. Le persone giunte in piazza per protestare pacificamente contro l’aumento delle imposte o semplicemente per passare la giornata festiva nel centro della città sono state scaraventate dagli uomini dei reparti speciali nei cellulari parcheggiati lì. Non hanno fatto eccezioni neanche per i giornalisti dei canali nazionali e dei giornali e delle televisioni locali. I colleghi sono stati impacchettati senza cerimonie e per fare più effetto sono state colpite anche le loro apparecchiature.

La prima azione di protesta contro l’aumento delle imposte sulle automobili straniere si era svolta a Vladivostok il 14 dicembre (vedi “Novaja gazeta” n. 94). E non appena si è preso a parlare di azioni ulteriori, sono iniziate a girare voci che avrebbero portato in città l’OMON [6] dalla parte europea della Russia. Perché c’era bisogno di portare i “cyborg” fin da di là dei monti Urali?

La risposta è evidente: i loro, i reparti speciali dell’estremo oriente e della Siberia, non eseguiranno gli ordini con la stessa dedizione dei, poniamo, moscoviti. Ogni agente dell’OMON, dei corpi speciali o del SOBR [7] ha parenti e persone care, che sono appena capaci di mantenere le loro famiglie. Come mi ha detto in privato un agente delle forze dell’ordine di Vladivostok, “è dura, quando dall’altra parte della barricata c’è la tua gente”.

Ora un gruppo di iniziativa di abitanti di Vladivostok ha cominciato a raccogliere informazioni su tutte le vittime del pestaggio e sta preparando denunce alla procura e appelli al tribunale contro le delibere dei giudici di pace, che senza prove hanno multato gli arrestati in piazza come se avessero partecipato a qualcosa di non autorizzato. Anche se in tutti i video, in tutte le fotografie fatti con apparecchiature da dilettanti e da professionisti si vede che la gente è arrivata senza cartelli, che non c’erano megafoni e altro materiale da manifestazione. Il 23 dicembre si è deciso di creare un’organizzazione sociale, che non solo difenderà le ragioni di coloro che sono finiti sotto il rullo compressore dell’OMON, ma che legherà anche in una sola catena le regioni del paese.

Allo stesso tempo le informazioni sulla ferocia del “Bisonte”, che hanno scioccato perfino i ragazzi dell’OMON di Vladivostok, non vengono fatte uscire dai confini della regione. I canali televisivi centrali non hanno detto una parola sul crudele pestaggio. Perfino quei mezzi di informazione di massa, i cui collaboratori sono stati feriti il 21 dicembre, hanno preferito tacere. Secondo le informazioni di cui disponiamo, ai giornalisti feriti è stato vietato fare denuncia da soli presso le forze dell’ordine.

P.S. A Vladivostok c’è angoscia, la GAI [8] è stata rafforzata come un tempo, gli agenti del DPS [9] indossano tutti i giubbotti antiproiettile. La città aspetta che i colpevoli del pestaggio di massa ne rispondano secondo la massima severità della legge.

Anastasija Zagorujko [10]

“Novaja gazeta”, 25 dicembre 2007 [11], http://www.novayagazeta.ru/data/2008/96/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Začistka, “ripulitura”, è il nome dato alle operazioni di repressione poliziesca.

[2] Città dell’estremo oriente della Russia sull’oceano Pacifico.

[3] Nella tradizione russa moderna l’albero si lega più al Capodanno che al Natale. Un po’ perché il Natale era proibito sotto il regime ateo sovietico e un po’ perché il Natale ortodosso viene festeggiato il 7 gennaio, visto che la chiesa ortodossa ha mantenuto il calendario giuliano.

[4] “Bisonte”.

[5] “Zona di mare”, la regione pacifica dell’estremo oriente russo.

[6] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa, nota per la sua brutalità.

[7] Special’nyj Otrjad Bystrogo Reagirovanija (Reparto Speciale a Reazione Rapida), corpo speciale di polizia.

[8] Gosudarstvennaja Avtomobil’naja Inspekcija (Ispettorato Automobilistico di Stato), in pratica la polizia stradale.

[9] Dorožno-Patrul’naja Služba (Servizio di Pattuglia delle Strade).

[10] Uno dei leader del movimento di protesta di Vladivostok.

[11] Giorno feriale in Russia (vedi nota 3).


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/mosca-picchia-duro-e-lontano.html

A proposito del Tatarstan

I Tatari [1] si sono dichiarati indipendenti e hanno costituito un governo in esilio


Ingushetia.org, 25.12.2008 17:14

Come hanno comunicato le agenzie di informazioni, a Naberežnye Čelny [2] è stata sancita la Dichiarazione di indipendenza del Tatarstan. Capo del governo ombra della repubblica è stato nominato il cittadino degli USA Vil Mirzajanov [3].

Il congresso del Milli Medžlis [4] del popolo tataro ha avuto luogo a Naberežnye Čelny domenica scorsa. Più di 100 delegati provenienti da tutta la Russia e alcuni rappresentanti delle organizzazioni sociali tatare si sono riuniti per confermare i documenti di programma dell’Assemblea Nazionale.

Come esito dei lavori del Medžlis è stata approvato l’appello “ai presidenti e ai parlamenti degli stati e all’Organizzazione delle Nazioni Unite” per il riconoscimento della sovranità statale del Tatarstan.

E’ stato anche formato un governo nazionale tataro in esilio (Milli nazarat [5]), a capo del quale è stato posto il cittadino degli USA Vil Mirzajanov.

L’ex professore dello NII [6] di chimica organica e tecnologia Vil Mirzajanov si mise in luce perché nel 1992 pubblicò nel giornale “Moskovskie novosti” [7] un articolo sulla produzione di armi chimiche a composizione binaria [8] in Russia.

Nell’articolo lo studioso dichiarava che la Russia, violando gli accordi internazionali continuava gli studi in questo campo.

Di conseguenza Mirzajanov fu cacciato dall’istituto, accusato di divulgazione di segreto di Stato e arrestato. L’11 marzo 1994 il procedimento penale contro Mirzajanov fu stralciato perché il fatto non sussisteva.

Dopo la scarcerazione, Mirzajanov è entrato in politica e nel 1996 è emigrato negli USA.

Il Milli Medžlis del popolo tataro è nato sull’onda del movimento nazionale tataro all’inizio degli anni ‘90. Dopo i noti fatti del febbraio 2008 in Kosovo e il riconoscimento dell’indipendenza di Abcasia e Ossezia [9] da parte della Russia, il Milli Medžlis ha deciso di attivarsi.

Nell’ottobre 2008 il presidium del Medžlis ha proposto le candidature per il governo nazionale tataro in esilio (Milli nazarat). Del comitato prescelto sono entrate a far parte 8 persone. Metà dei ministri del Medžlis sono cittadini degli USA, della Turchia e della Germania.

“Il Milli nazarat ha in programma di trasmettere all’ONU prima possibile i documenti approvati dal Medžlis”, – ha detto ai giornalisti Fauzija Bajramova [10].

http://www.ingushetia.org/news/17337.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] E’ preferibile dire “Tatari” che “Tartari”. I tatari chiamano se stessi tatarlar.

[2] Città del nord-est del Tatarstan, repubblica autonoma della parte centro-meridionale della Russia europea.

[3] Vil Sultanovič Mirzajanov, chimico e politico.

[4] “Consiglio Nazionale” (il corsivo è mio).

[5] Il corsivo è mio.

[6] Naučno-Issledovatel’skij Institut (Istituto di Ricerca Scientifica).

[7] “Notizie Moscovite”, settimanale politico chiuso agli inizi del 2008.

[8] Armi chimiche i cui componenti, presi singolarmente, sono poco o per nulla pericolosi.

[9] Ossezia del Sud, per la precisione. L’Ossezia del Nord fa parte della Federazione Russa e né a questa né all’Ossezia nel suo complesso viene riconosciuta alcuna indipendenza da parte della Russia.

[10] Fauzija Auchadievna Bajramova, uno dei leader del movimento nazionale tataro.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/il-tatarstan-si-dichiara-indipendente.html

22 dicembre 2008

A proposito di informazione in Russia (V)

Cosa combina questa gente di Piter [1]!

Il “Pjatyj kanal” [2] mostra persone proibite e solleva questioni proibite. Perché sono così coraggiosi?

Un giornalista ha gridato parole spiacevoli in faccia a un presidente. L’hanno preso di peso e l’hanno portato fuori dalla sala. Un secondo giornalista due giorni dopo ha lanciato una scarpa a un presidente. Poi l’altra. L’hanno fatto girare con la forza e l’hanno portato fuori dalla sala. Il secondo avrebbe potuto vedersi su tutti i canali televisivi russi – se avesse voluto. Ma il primo si è visto solo sul “Quinto”. Il secondo è Muntadar al-Zaidi. Questi ha espresso il proprio atteggiamento nei confronti di George Bush durante la sua conferenza stampa in Iraq. Il primo si chiama Roman Dobrochotov. Questi si è opposto a Dmitrij Medvedev alla conferenza dedicata alla Costituzione a Mosca...

Il canale REN TV [3] ha appena ricordato l’incidente, senza peraltro mostrare Roman. La NTV [4] è stata un po’ più aperta – ha mostrato come lo portavano via dalla sala, ma le sue rimostranze sono state raccontate in modo smorzato (“non era d’accordo con gli emendamenti...”) e non sono state fatte ascoltare dalla sua viva voce. Il Primo e “Rossija” [5] hanno fatto del tutto finta che non fosse successo nulla del genere. Ma il canale informativo non stop “Vesti” [6] ha dato un’altra lezione – l’evidente conferma di una verità assai nota a tutti gli uomini di televisione: neanche la diretta garantisce la libertà di parola. I registi di “Vesti”, che riprendevano questa conferenza in diretta, si sono ingegnati di non far notare Dobrochotov. La telecamera si è concentrata sul presidente. E quando all’improvviso ha mostrato il volto stupito di Medvedev, che per un secondo ha perfino interrotto il suo intervento, è stato decisamente incomprensibile perché ciò fosse avvenuto. Era del tutto impossibile anche capire perché i volti degli ascoltatori di Medvedev, su cui si fissava la telecamera, erano così sconvolti. E perché (e a chi) il presidente si rivolgesse con la richiesta di non portare via qualcuno e dicesse parole sul “rispetto per la carica”...

Le risposte a tutte queste domande sono state date in un breve servizio del “Quinto canale”, che ha mostrato come Roman Dobrochotov gridasse “Vergogna per gli emendamenti!”, poi “Cosa lo ascoltate a fare? Ha violato tutti i diritti e le libertà umane!”; e al momento, in cui gli uomini dello FSO [7] lo hanno portato fuori dalla sala, chiudendogli la bocca con la mano: “Ha violato la Costituzione ! Nel paese c’è la censura, non ci sono elezioni, e questo la Costituzione...”.

E tutto questo è successo su un canale, che è controllato da un amico di Vladimir Putin, Jurij Koval’čuk [8]. Su un canale, che è entrato così aggressivamente sul mercato televisivo e ha ricevuto la licenza di trasmettere sul territorio federale (vedi nota finale) con l’evidente aiuto di risorse dell’amministrazione. Su un canale, la cui audience potenziale, come dichiara esso stesso, potrebbe assommare a 100 milioni di persone...

Ora il “Quinto” si distingue talmente dagli altri che la frase “i canali televisivi federali non parlano della crisi” negli ultimi tempi non è più che una forzatura e l’affermazione secondo cui sugli schermi non ci sono discussioni e dirette è divenuta falsa. In generale è un palinsesto inusuale. Qui hanno rifiutato i serial a vantaggio dei documentari: alle casalinghe non si offrono soap opera [9], ma racconti su altri paesi. Qui ci sono notizie oneste (più oneste che sugli altri canali, se in generale l’onestà si può misurare con categorie come “più” o “meno”). Presso l’intelligente intervistatore Andrej Urgant [10], invece degli eroi del demi-monde, ci sono persone dignitose. Invece delle star del pop, ci sono film sul rock russo, i Beatles o i concerti di Jurij Ševčuk [11]. Qui gli spettatori sono svegliati tutte le mattine da Andrej Norkin [12], per cui la possibilità di lavorare è apparsa solo trasferendosi a Pietroburgo.

Nei nostri tempi senza discussioni ci sono comunque persone, che si decidono a fare dirette, interventi interattivi con gli spettatori e inviti sugli schermi a coloro, ai quali da molto tempo è precluso l’accesso agli altri canali. E’ possibile che questo sia preso come una cosa poco artistica, ma farò per voi il nome dell’eroina – Nika Strižak [13]. Da quasi tre settimane questa signora considera la crisi sugli schermi. Così, come se non vedesse gli altri canali, che ammettono la crisi solo andando dietro al premier e al presidente.

Io non posso ricordare che sugli schermi dei canali principali del paese faceva il commentatore Michail Chazin [14], il cui nome si può incontrare non di rado nella stampa. Ma da Nika Strižak vedo il signor Chazin, che dice che “l’inflazione da noi non è al 12%, ma al 30% – precisamente” e che la crisi economica russa non ha niente in comune per meccanica con la crisi in Occidente.

Io non conosco un altro programma del genere in televisione che indichi il tema del giorno così: “Il paese dei poveri”. Programmi dove dicano che sotto la soglia di povertà oggi c’è un terzo dei russi. Non vedo programmi dove ammetterebbero che il 65% dei cittadini vive al di sotto del livello di sussistenza. Dove gli esperti lo chiamino “il livello di sussistenza di un senzatetto [15]” e lo paragonino a quello europeo (64 euro al mese contro 1.100 ). E dove, accalorandosi in questa discussione, un membro della Camera sociale [16] (Aleksandra Očirova [17]) possa gridare: “Gli standard devono essere elaborati dalla società e non da qualche funzionario in manicomio [18]!”.

Ma poi la Strižak invita in studio anche il direttore della rivista “Naši den’gi” [19] Boris Fëdorov [20], il deputato Igor’ Igošin [21] e due persone con lo stesso cognome del presidente – Georgij [22] (vice-presidente dell’Associazione delle banche regionali) e Pavel [23] (deputato) Medvedev. Penso che se la sarebbe cavata anche con il Medvedev più in alto, ma per ora non va ad “Otkrytaja studija” [24]. E tutti questi ospiti per un’ora considerano cosa deve fare un cittadino, se è in rovina. E tutto questo, come dice la conduttrice, per “impaurire lo spettatore dallo schermo”. Questa è certa che gli spettatori impauriti siano meglio dei risparmiatori intimoriti dalle banche.

E sul suo schermo vedo anche Sergej Mitrochin [25]. A proposito del quale è già del tutto chiaro che non si può farne il nome sugli schermi. E come se fosse poco apparire sugli schermi, giudica anche (è terribile perfino pensarlo!) la modifica della Costituzione!

E’ stupefacente come a Nika Strižak e alla squadra del “Quinto” vada tutto bene. E’ possibile che semplicemente non vogliano sapere che oggi non si può fare così. Allora applaudo la loro mancanza di volontà. Oppure non si tratta di questo?

Dalla storia della creazione del canale federale

Il “Quinto canale” fa parte della “Nacional’naja Media Gruppa” [26], controllato dall’amico di Vladimir Putin Jurij Koval’čuk (attraverso la banca “Rossija” [27]). Altri azionisti del gruppo sono la “Surgutneftegaz” [28], la “Severstal’” [29] e il gruppo “SOGAZ” [30]. Oltre al “Quinto” alla “Nacional’naja Media Gruppa” appartengono pacchetti azionati del REN TV, del giornale “Izvestija” e della casa editrice “News Media” (che stampa “Tvoj den’” [31] e “Žizn’ za vsju nedelju” [32]).

Nel 2005 il governatore di Pietroburgo Valentina Matvienko [33] promise pubblicamente alla compagnia radio-televisiva “Peterburg” [34] (“Quinto canale”) che avrebbe ottenuto la licenza per trasmettere sull’intero territorio federale.

Nel gennaio 2006 a Mosca si tenne un concorso della Commissione federale per i concorsi radio-televisivi, in cui furono messe in palio più di 40 frequenze televisive allo stesso tempo (in diverse città della Russia). Una tale quantità di frequenze, che sarebbero toccate insieme a un solo vincitore (e questo era proprio il “Quinto canale”), non c’era mai stata prima e non c’è mai stata dopo questo concorso. Estremamente inusuale fu anche il fatto che i pretendenti a queste frequenze avrebbero dovuto proporre una concezione di “canale delle regioni russe” e questa era la formula, che coincideva precisamente con la concezione dichiarata del “Quinto canale”. Gli osservatori non ebbero dubbi che il concorso si fosse tenuto esclusivamente per il “Quinto”.

Ancor più indegno parve il secondo concorso, che fu vinto di nuovo dal “Quinto canale” nel novembre 2006. Allora fu messo in palio un insieme di 29 frequenze e il “Quinto” vinse il concorso sulla base di un’assenza di alternative – nessuno si era più deciso a concorrere con esso.

Nel novembre 2007 Vladimir Putin, con un proprio decreto, dette al canale lo status di canale federale. Questo permise al canale di ricevere fondi statali come il Primo, “Rossija” e NTV.

Nel febbraio 2008 fu resa nota la creazione di un Consiglio sociale presso la “Nacional’naja Media Gruppa”. In esso, accanto alla ginnasta Alina Kabaeva [35] (capo del consiglio) sono entrati il sociologo Daniil Dondurej [36] (vice della Kabaeva), Andron Končalovskij [37], Andrej Makarevič [38], Denis Macuev [39], Jurij Poljakov [40] e altri. Preparando questo materiale la “Novaja gazeta” ha chiarito che la dirigenza del canale dovrà per la prima volta render conto davanti al Consiglio sociale a giorni – verso il 20 dicembre di quest’anno.

Nell’ottobre 2008 le trasmissioni a livello federale del “Quinto” hanno compiuto due anni. Secondo i dati del canale stesso, l’audience potenziale assomma a 100 milioni di persone e per l’inizio dell’anno nuovo si attende un aumento di questa fino a 110 milioni.

Dopo l’annuncio del licenziamento del 15% dei collaboratori, legato alla crisi finanziaria (si tratta di circa 300 persone) il canale ha annunciato anche la rinuncia alla concezione di “canale delle regioni russe”. Del fatto che proprio grazie a questa formula il canale ha vinto due volte grandi quantità di frequenze si sono ricordati in pochi.

Natalija Rostova
osservatrice della “Novaja gazeta”

19.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/color49/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[2] “Quinto Canale”.

[3] Canale satellitare russo controllato in parte dalla RTL tedesca, in parte da imprese russe.

[4] Canale “privato” controllato dalla Gazprom.

[5] “Russia”, uno dei canali di Stato.

[6] “Notizie”, canale di Stato.

[7] Federal’naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), in pratica la guardia presidenziale.

[8] Jurij Valentinovič Koval’čuk, finanziere e a suo tempo socio di Putin.

[9] Letteralmente “sapone”.

[10] Andrej L’vovič Urgant, attore teatrale e cinematografico.

[11] Jurij Julianovič Ševčuk, leader del gruppo rock DDT.

[12] Andrej Vladimirovič Norkin, noto giornalista televisivo.

[13] Conduttrice televisiva, “nata” come esperta di musica e spettacolo.

[14] Michail Lenonidovič Chazin, economista e politologo.

[15] Bomž, neologismo dato dalle iniziali di Bez Opredelënnogo MestoŽitel’stvo (Senza Fissa Dimora).

[16] Organismo che dovrebbe fungere da corpo intermedio tra i poteri statali e la società civile.

[17] Aleksandra Vasil’evna Očirova, politica, filosofa e femminista.

[18] Durdom (“casa dei pazzi”), termine colloquiale.

[19] “I nostri soldi”, rivista economica.

[20] Boris Grigor’evič Fëdorov, economista, che sotto El’cin fu anche vice-premier.

[21] Igor’Nikolaevič Igošin, economista, deputato del Partito Comunista della Federazione Russa.

[22] Georgij Alekseevič Medvedev, finanziere con nessun rapporto di parentela con il presidente (Medvedev è un cognome comune in Russia).

[23] Pavel Alekseevič Medvedev, economista e deputato del partito “Russia Unita”, diretta emanazione di Putin, con nessun rapporto di parentela con i Medvedev summenzionati.

[24] “Studio aperto”, la trasmissione della Strižak.

[25] Sergej Sergeevič Mitrochin, presidente del partito Jabloko (letteralmente “Mela”, ma il nome è formato dalle iniziali dei fondatori) di orientamento liberale.

[26] “Gruppo Media Nazionale”.

[27] “Russia”.

[28] “Surgut-gas-petrolio”, colosso energetico con base a Surgut, nella Siberia occidentale.

[29] “Nord-acciaio”, colosso dell’acciaio.

[30] Compagnia assicurativa del gruppo Gazprom.

[31] “Il tuo giorno”, giornale popolare.

[32] “Vita per tutta la settimana”, rivista popolare.

[33] Valentina Ivanovna Matvienko, politica di “Russia Unita”, unica donna alla guida di un soggetto della Federazione Russa.

[34] “Pietroburgo”.

[35] Alina Maratovna Kabaeva, in realtà ex ginnasta, adesso deputata e secondo molte voci amante di Putin.

[36] Daniil Borisovič Dondurej, esperto di mass media.

[37] Andron Sergeevič Michalkov-Končalovskij, fratello di Nikita Sergeevič Michalkov e regista come lui. Gli fu imposto il nome Andron in memoria di uno zio, agente della polizia politica, e scelse in seguito di chiamarsi Andrej e di usare il cognome della madre, la scrittrice Natal’ja Petrovna Končalovskaja.

[38] Andrej Vadimovič Makarevič, leader del gruppo rock “Mašina Vremeni” (Macchina del Tempo), artista a tutto tondo: musicista, scrittore, poeta, conduttore televisivo…

[39] Denis Leonidovič Macuev, giovane e ottimo pianista.

[40] Jurij Michajlovič Poljakov, importante scrittore e direttore della “Literaturnaja gazeta” (Giornale Letterario), la più importante rivista letteraria russa.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/c-una-televisione-libera-san.html

21 dicembre 2008

A proposito di ritorni al passato (IV)

Il Cremlino cambia i concetti di spionaggio e alto tradimento

Il 12 dicembre 2008 il governo ha introdotto alla Duma di Stato [1] emendamenti a una serie di articoli del Codice Civile e del Codice di Procedura Penale, che riguardano reati gravi come la divulgazione di segreto di Stato e lo spionaggio.

Tra gli altri si propone di completare l’articolo 283 (divulgazione di segreto di Stato) con il punto 283.1, che punisce la ricezione illegale di segreto di Stato. Con la comparsa di questo articolo si allargherà la cerchia di coloro che saranno ritenuti responsabili di divulgazione di informazioni confidenziali di Stato.

Periodi di detenzione possono essere inflitti non solo a persone che hanno avuto accesso a un segreto e hanno dato luogo a una fuga di notizie, ma anche a tutti gli anelli della catena di trasmissione di informazioni segrete.

Secondo il disegno di legge per la ricezione di informazioni che costituiscano segreto di Stato per mezzo di sottrazione, frode, corruzione, ricatto, costrizione o minaccia di violenza il reo deve temere come minimo una multa fino a 500.000 rubli [2] o al suo reddito di tre anni, o la detenzione [3] fino a cinque anni. Per le stesse azioni, compiute in gruppo causando gravi conseguenze, il periodo di detenzione può essere aumentato fino a otto anni.

Chi si può considerare anello della catena? Il testo del disegno di legge, la nota esplicativa annessa e il parere della Corte Suprema accluso non danno una precisa definizione, perciò alla Duma di Stato trattano questa norma in modo diverso.

Oltre all’allargamento della cerchia di persone responsabili di divulgazione, gli emendamenti del governo correggono anche il concetto di “spionaggio”.

La proposta di cambiare il contenuto degli articoli del Codice Penale sul tradimento e lo spionaggio si spiega con il fatto che, nel loro aspetto attuale, questi complicano il lavoro di indagini del sistema dello FSB [4]. Così com’è, l’art. 275 del Codice Penale intende per alto tradimento “la rivelazione di un segreto di Stato o l’aiuto prestato a uno stato straniero o ad un’organizzazione straniera... nello svolgimento di attività ostili ai danni della sicurezza esterna della Federazione Russa”. Ma questa è una “forma”, come è detto nella nota esplicativa del disegno di legge, “è estremamente difficile da dimostrare” che l’attività sia proprio “ostile”, e di ciò si servono le difese per ottenere “che siano scagionati accusati e imputati”.

Inoltre nella nota esplicativa è detto che “alcune organizzazioni internazionali più di una volta hanno compiuto tentativi di ottenere informazioni che costituiscono segreto di Stato”. Perciò come essenza dell’alto tradimento, nelle intenzioni del governo, si devono intendere non l’“attività”, ma l’“operato ostile“, in particolare la rivelazione di segreti di Stato “a uno stato straniero, a un’organizzazione internazionale o straniera”. Facciamo notare che “operato” è un concetto più ampio di “attività”: questo si intende tanto come azione, quanto come inazione. Tale forma di tradimento si precisa come “aiuto prestato a un soggetto straniero ai danni della sicurezza esterna della Russia”. Se prima si parlava di un “altro” modo di prestare aiuto, adesso si tratta di “aiuto finanziario, tecnico materiale, consultivo e di altro tipo”, e non solo a uno stato o a un’organizzazione straniera, ma anche a un’organizzazione internazionale . “Possiamo dire ciao a tutto, – ha dichiarato a "’’" [5] l’avvocato Anna Stavickaja. – All’inizio hanno tolto i processi alle giurie e adesso chiamano a rispondere non di attività ostile, ma di attività in generale”. Adesso tutto dipenderà “dalla grande immaginazione degli inquirenti”, ritiene la signora Stavickaja.

Gli emendamenti del governo ampliano anche lo stesso concetto di “alto tradimento”. Il Codice Penale in vigore (art. 275 “Alto tradimento”) considera tale reato “l’attività ostile, diretta a danneggiare la sicurezza esterna della Federazione Russa”. Il governo propone invece di considerare reato “il modo di agire diretto contro la sicurezza della Federazione Russa, il suo ordine costituzionale, la sua sovranità, la sua integrità territoriale e statale”.

Se il disegno diventerà legge, allora “si potrà ritenere un traditore qualunque persona che ha avuto a che fare con uno straniero”, ha dichiarato a “’’” il titolare della cattedra di diritto dello MFTI [6] Boris Nadeždin. Parificando all’altro tradimento le azioni “contro l’ordine costituzionale”, il governo nomina tra tali azioni l’“aiuto finanziario e consultivo... a un’organizzazione straniera”.

L’essenza degli emendamenti:

Articolo 275. Alto tradimento

Versione attuale

L’alto tradimento, cioè lo spionaggio, la rivelazione di segreto di Stato o altro aiuto prestato a uno stato straniero, a un’organizzazione straniera o ai loro rappresentanti nello svolgimento di un’attività ostile ai danni di della sicurezza esterna della Federazione Russa, compiuto da un cittadino della Federazione Russa, è punito con la detenzione da dodici a venti anni e con una multa fino a cinquecentomila rubli o pari allo stipendio o ad altro tipo di reddito del condannato per un periodo fino a tre anni o senza tale pena aggiuntiva.

Variante proposta

L’alto tradimento, cioè il modo di agire di un cittadino della Federazione Russa ai danni della sicurezza della Federazione Russa: lo spionaggio, la rivelazione a uno stato straniero, a un’organizzazione internazionale o straniera o ai loro rappresentanti di informazioni che costituiscono segreto di Stato, affidate alla persona o divenutegli note per motivi di servizio, lavoro o studio, o la prestazione di aiuto finanziario, tecnico-materiale, consultivo o di altro tipo a uno stato straniero, a un’organizzazione internazionale o straniera o ai loro rappresentanti in attività indirizzate contro la sicurezza della Federazione Russa, al suo ordine costituzionale, alla sua sovranità, alla sua integrità territoriale e statale è punito con la detenzione da dodici a venti anni e con una multa fino a cinquecentomila rubli o pari allo stipendio o ad altro tipo di reddito del condannato per un periodo fino a tre anni o senza tale pena aggiuntiva.

Articolo 276. Spionaggio

Versione attuale

La trasmissione, e parimenti la raccolta, la sottrazione e la detenzione a scopo di trasmissione a uno stato straniero, a un’organizzazione straniera o ai loro rappresentanti di informazioni che costituiscono segreto di Stato, e anche la trasmissione o la raccolta su commissione di un servizio segreto straniero di altre informazioni per essere utilizzate ai danni della sicurezza esterna della Federazione Russa, se questi modi di agire sono posti in atto da un cittadino straniero o da una persona senza cittadinanza sono puniti con la detenzione da dieci a venti anni.

Variante proposta

La trasmissione, e parimenti la raccolta, la sottrazione e la detenzione a scopo di trasmissione a uno stato straniero, a un’organizzazione straniera o ai loro rappresentanti di informazioni che costituiscono segreto di Stato, e anche la trasmissione o la raccolta su commissione di un servizio segreto straniero o di persone che operino negli interessi di questo di altre informazioni per essere utilizzate ai danni della sicurezza esterna della Federazione Russa (spionaggio), se questi modi di agire sono posti in atto da un cittadino straniero o da una persona senza cittadinanza sono puniti con la detenzione da dieci a venti anni.

Fonti:

* Kommersant 15.12.08 “Il tradimento della Patria è affare di chiunque”
* Nezavisimaja gazeta [7] 15.12.08 “Non sapeva – cioè non è colpevole”

Agentura [8], http://www.agentura.ru/timeline/2008/statesecret/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Duma” viene detta in Russia ogni assemblea legislativa.

[2] Oltre 12.800 euro.

[3] Letteralmente “privazione della libertà”.

[4] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[5] Si intende il giornale economico “Kommersant’’”. Il doppio apostrofo sta per il cosiddetto “segno duro”, che in russo andava scritto dopo le consonanti poste a fine parola, anche se da secoli non corrispondeva ad alcun suono. La riforma ortografica del 1918 (che non fu voluta dal regime bolscevico, ma di cui questo si appropriò) lo abolì. Il “Kommersant”, nato dopo la caduta del regime sovietico, ha voluto utilizzare tale grafia arcaica per riallacciarsi a un analogo giornale prerivoluzionario.

[6] Moskovskij Fiziko-Techničeskij Institut (Istiuto Fisico-Tecnico di Mosca).

[7] “Giornale indipendente”, quotidiano russo di informazione che non so quanto faccia ancora onore al proprio nome…

[8] “Agenzia”, agenzia di informazioni russa.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/proposito-del-nuovo-articolo-58.html

19 dicembre 2008

A proposito di Putin (X)

Il coniglio da reclame [1]


La fiaba natalizia di Vladimir Putin non si è avverata



La zucca si è trasformata in carrozza, i topi in cavalli e il ratto in un grasso cocchiere proprio davanti ai nostri occhi. E’ successo durante la “Conversazione con Vladimir Putin” [2], trasmessa dal canale di Stato in tutta la Russia. Al premier ha telefonato la bambina di 9 anni Dar’ja Varfolomeeva del villaggio Tunguj nel distretto di Muchoršibir’ in Buriazia [3]: “Zio Volodja [4]! Presto sarà Capodanno [5]. Viviamo con la pensione della nonna, in paese non c’è lavoro. Io e mia sorella sogniamo di avere dei vestiti nuovi. Voglio chiederLe un vestito come quello di Cenerentola. Diventi un mago buono per Capodanno”. “Dašen’ka [6], ti ho ascoltato. Invito te e tua sorella, e anche la nonna, tutte insieme per Capodanno a Mosca ad una delle feste intorno all’albero [7] e ai doni ci penseremo noi qui”, – ha risposto il premier.

Come comunicano “Ècho Moskvy” [8] e le agenzie di informazione, l’amministrazione locale ha reso noto ai Varfolomeev che a Mosca andranno solo le sorelle Daša e Anja, fra l’altro in un gruppo di bambini della Buriazia, che sarà portato alla festa intorno all’albero al Cremlino. A quanto ha detto la madre di Daša, due bambini sono stati semplicemente tolti dalla lista e al loro posto sono state iscritte le sorelle Varfolomeev. Questa situazione ha molto deluso Daša e tutta la sua famiglia, a questi dispiace per i bambini offesi ed esclusi. Inoltre i genitori hanno paura a mandare le bambine da sole a fare un viaggio così lungo.

Così ai loro occhi il cocchiere si è trasformato di nuovo in un grande ratto baffuto. E’ chiaro che le fiabe le scrivono i favolisti e i funzionari dello Stato non sono lì per quello. Il popolo è al corrente del fatto che i prodigi non ci sono e molto tempo fa ha formulato: quando invitano a danzare un’orfanella, i musicisti annunciano un intervallo.

Quali domande fanno a Putin? Gli organizzatori della diretta conoscono l’ABC della pubblicità: è garantito che i bambini e gli animali provochino emozioni positive al pubblico. I conigli da reclame sono ciò di cui si ha bisogno. Ed ecco che hanno incluso tra le domande da scaricare quelle sul destino di un animale di cui il premier si occupa e quella di una bambina di un posto sperduto. Trovate già provate nelle passate linee dirette con Putin. Anche la calda risposta del padre della nazione e padre di due figlie non ha stupito – non poteva essere altrimenti.

E difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di diverso dai funzionari buriati. E’ difficile che rispondano delle proprie parole, figuriamoci delle promesse di un altro… Certo, Daša ha chiesto un vestito allo zio Volodja e questi avrebbe potuto comprarlo da solo e mandarlo per posta nel villaggio Tunguj. E pure i biglietti, se avesse voluto vedere Daša con i suoi familiari alla festa intorno all’albero. Tuttavia Putin, evidentemente, ritiene che la verticale del potere da lui costruita sia efficiente e si è affidato ad essa. Nell’impero romano si diceva: “L’aquila non acchiappa le mosche. Il magistrato non dirime questioni di poca importanza”. In effetti, che importa all’aquila delle mosche? Ma i funzionari sul posto sono simili all’Anatra di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Questa si lamentava: “Quando trovo qualcosa, risulta sempre essere una rana o un verme”. Quando questi funzionari si mettono a fare una buona azione, immancabilmente viene fuori confusione e la migliore impresa si trasforma in qualcosa di contrario.

La conclusione è logica. Ai due bambini tolti dalla lista è toccato un torsolo di mela e per Daša e Anja la futura festa ha cominciato a sciogliersi come un Chupa-Chups.

Tale è la nostra storia natalizia. E sapete, in essa in effetti ci sono solo parti lese. Ma i colpevoli non ci sono. Beh, chi, in realtà, è colpevole del fatto che una bambina confonde Babbo Natale [9] con Putin? Chi è che non le ha spiegato che i politici, di fatto, sono tali esseri, che, appena aprono bocca, mentono? Che con i loro discorsi bisogna comportarsi come con i saldi di fine stagione – fare lo sconto del 50 o anche del 70 per cento di quello che pronunciano? Ma sì, dove sono i saldi nel villaggio Tunguj?

A Tunguj chi può spiegarle che i politici non possono essere maghi, tantomeno buoni? Milioni di bambini vengono educati dalla televisione. Qui il 31 dicembre bambine e bambini vedranno una fila di capi, che a turno con aria ispirata gli augureranno happy new year e immancabilmente Buon Natale [10]. A Krasnojarsk [11], per esempio, verso mezzanotte mandano in onda, di regola, il discorso del sindaco, poi quello del presidente dell’Assemblea legislativa, poi quello del governatore. E per tradizione seguono gli auguri di numerosi deputati e membri del governo della regione. E chiude questa lista il presidente. Quest’anno, probabilmente, sentiremo inoltre il discorso del primo ministro.

E così in tutte le città e i paesi. Come caratterizza la nostra nazione questa galleria di teste parlanti? Cos’è, vogliamo proprio ascoltare queste persone nella festa più domestica? Per noi sono le più importanti, le più familiari? Perché, per esempio, non ci fa gli auguri la Isinbaeva [12]? O Hiddink [13]? O gli attori? Medvedev è più importante? Ma il re degli animali è il leone. Ed è più forte di qualsiasi persona, perfino di Medvedev e Putin messi insieme. Anche il leone ha il Capodanno. Forse si potrebbe fare un collegamento di cinque minuti dalla savana africana?

Gli adulti sono in grado di distaccarsi dallo Stato, non farvi attenzione, spegnere il televisore. Gli adulti sono in grado di seguire il principio universale di convivenza con le autorità: non credere, non temere, non chiedere. Ma i bambini credono e chiedono. Perdonate, chi ne ha colpa?

Non possiamo distaccare i nostri bambini dalla politica, ma a non trasformare la vita in merda [14], non nutrirsi di illusioni, non chiedere nulla a chi non è al tuo pari e a credere a Babbo Natale possiamo insegnare solo noi ai nostri bambini.

Non so se sia così, ma nel libro divulgativo, che ora leggo al mio bambino, è scritto, che i piccioni, a causa delle particolarità strutturali dei loro occhi, vedono il mondo rosa. E di piccioni sul nostro pianeta ce ne sono circa un miliardo. E allora penso: tanti, quanti i bambini piccoli. Che gli uccelli e i bambini vedano pure il mondo come a loro piace. Ma che il vestito a Daša lo regali comunque Babbo Natale e non il presidente del governo. Non si può permettere che si sfruttino i nostri bambini come conigli da reclame. Non è giusto.

Aleksej Tarasov
nostro corrispondente, Krasnojarsk

18.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/94/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] In luogo di Reklamnyj rolik (filmato – letteralmente “bobina” – pubblicitario), l’autore usa l’espressione Reklamnyj krolik. Si può leggere come “coniglio da reclame” – una sorta di Bugs Bunny –, ma anche come “cavia da reclame”, alludendo all’espressione podoytnyj krolik, “coniglio da esperimento”.

[2] “Filo diretto” televisivo che Putin teneva come presidente e che tiene ancora…

[3] “Repubblica autonoma” della Siberia sud-orientale. Muchoršibir’ è abbastanza vicino al confine con la Mongolia.

[4] Diminutivo di Vladimir.

[5] Spesso il Capodanno è una festa più sentita del Natale, abolito dal regime sovietico e restaurato solo negli anni ’90.

[6] Vezzeggiativo di Daša, diminutivo di Dar’ja.

[7] L’albero di Natale, che in epoca sovietica divenne l’albero di Capodanno…

[8] “L’Eco di Mosca”, radio (relativamente) libera.

[9] Letteralmente “Nonno Gelo”, versione russa del magico vecchietto, che però non ha alcun rapporto con San Nicola.

[10] Va ricordato che il Natale ortodosso è il 7 gennaio, perché la chiesa ortodossa segue il calendario giuliano.

[11] Città della Siberia centrale.

[12] Elena Gadžievna Isinbaeva, campionessa di salto con l’asta.

[13] Guus Hiddink, allenatore olandese della nazionale di calcio russa.

[14] Sic.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/da-presidente-primo-ministro-da-putin.html

17 dicembre 2008

A proposito di ritorni al passato (III)

“Anche un’intervista alla BBC è alto tradimento” - BBCRussian.com



Ingushetia.Org, 16.12.2008 19:49


La Duma di Stato [1] russa sta esaminando il disegno di legge presentato dal governo, che amplia il concetto di “alto tradimento”. Durante il programma “Večer na Bi-Bi-Si” [2] gli emendamenti al Codice Penale proposti sono stati valutati dal capo della sezione moscovita del partito “Causa di Destra” [3] Boris Nadeždin, dal membro della commissione Difesa della Duma di Stato Michail Nenašev e dall’esperto della Hoover Institution [4] americana David Souter [5].

In caso di approvazione del disegno di legge saranno ritenuti traditori non solo le spie straniere, ma anche tutti quelli che abbiano compiuto azioni contro la sicurezza della Russia, contro il suo ordine costituzionale, la sua sovranità e la sua integrità territoriale.

Gli attivisti per i diritti umani temono che chiunque critichi il potere adesso possa essere considerato penalmente responsabile e affermano che gli emendamenti al Codice Penale proposti significhino un ritorno ai tempi sovietici.

BBC: Perché vengono presentati emendamenti?

Boris Nadeždin: Ho letto attentamente sia il disegno di legge, sia la nota applicativa annessa. Nella nota esplicativa è scritto che gli organi dello FSB [6] hanno grandi problemi nel provare in tribunale i crimini chiamati “alto tradimento” e che per rendergli più facile il lavoro vengono proposti questi emendamenti.

La cosa più tragica di questa legge è proprio il testo: cosa adesso si considererà altro tradimento. Nella legge sarà scritto quanto segue: alto tradimento si considera (e su questo sono d’accordo) la trasmissione di segreti di Stato a un servizio segreto straniero. Se il punto fosse questo, sosterrei la legge.

Ma qui più avanti è scritto – attenzione! – “e parimenti altra collaborazione finanziaria, consultiva, informativa con uno stato straniero o con un’organizzazione straniera o perfino con un’organizzazione internazionale, se questa è utilizzata allo scopo di minare l’ordine costituzionale, la sicurezza”, ecc.

Ed ecco che con questo “parimenti” ritorniamo chiaramente all’infelice articolo 58 del Codice Penale sovietico a proposito delle attività antisovietiche. Una persona raccontava una barzelletta sulla “guida” [7] e prendeva 15 anni per attività antisovietica.

BBC: Resta cioè uno spazio troppo ampio per l’interpretazione?

B. N.: Assolutamente sì. Faccio un esempio. Supponiamo che un’organizzazione straniera o internazionale, non necessariamente governativa, una qualche fondazione privata, Le abbia commissionato una ricerca. Lei, come studioso, ha inviato, diciamo, una statistica degli spostamenti del grosso bestiame cornuto al di là degli Urali. Ma poi un inquirente ha deciso che il grosso bestiame cornuto al di là degli Urali è la base della sicurezza alimentare del paese.

BBC: Si può fare anche un altro esempio. Lei, concedendo un’intervista alla BBC, aiuta un’organizzazione straniera, in quanto critica il potere russo.

B. N.: In effetti, quello che sto facendo ora, volendo, si potrà interpretare come un danno alla sicurezza del paese. Io trasmetto informazioni alla BBC, proprio ora compio un alto tradimento.

BBC: Ma Lei trasmette un’informazione che è di pubblico dominio.

Б. Н.: Ecco, se fosse stato messo un punto dopo le parole “segreti di Stato”, non avrei paura. Ma qualcuno della BBC prende l’informazione che ho dato e la utilizza a scopi diretti contro l’ordine costituzionale della Russia. Come faccio a saperlo – magari scrivere un rapporto alla CIA e poi mi mettono in prigione per 25 anni [8].

BBC: Mille grazie che comunque sia con noi… Ma come si vede l’accaduto dagli Stati Uniti?

David Souter: E’ soprattutto un tentativo delle autorità di esercitare pressione su chi dà a organizzazioni straniere informazioni accessibili. La situazione di Igor’ Sutjagin [9] è un esempio molto evidente. Questa persona aveva raccolto informazioni accessibili ed è stato arrestato per spionaggio.

Ora queste creano la base legale per tale comportamento arbitrario. Nessuno saprà per cosa può essere arrestato, se collabora con organizzazioni, università o giornalisti stranieri. Questo creerà una grande incertezza nella società.

BBC: Ma forse non è tutto così terribile?

B. N.: Io non sono contrario a punire le spie. Ogni stato lo fa. Ma guardate che questo non è il primo campanello d’allarme. Venerdì scorso proprio per questi casi la Duma ha abolito la partecipazione di giurie.

La legge si chiamava “Sulla lotta al terrorismo” [10], ma ha abolito il processo con giurie per reati come i disordini di massa, come questo chiacchierato alto tradimento, come lo spionaggio. Hanno abolito le giurie dicendo che le forze dell’ordine non possono dimostrare la colpevolezza nei processi con giurie.

BBC: Il presidente della commissione sicurezza della Duma di Stato Vladimir Vasil’ev ha detto che in alcune regioni meridionali i giurati assolvono troppo spesso i terroristi.

B. N.: Il che dimostra, ad essere gentili, disonestà. Di che parlava? Di terroristi nelle regioni meridionali. Ma hanno abolito i processi con giurie per disordini di massa in tutto il paese e anche per alto tradimento. Una cosa è un terrorista con il fucile da qualche parte sulle montagne, un’altra è lo studioso Sutjagin.

In cosa consiste, a mio parere, la terribile pericolosità di questo? In mancanza di una giuria di fatto si rimette all’inquirente l’interpretazione della trasmissione di qualsiasi informazione a qualsiasi straniero, non necessariamente a un servizio segreto come danno alla sicurezza del paese. Che stupidaggine! Una persona può bene non sapere cosa avvenga poi di questa informazione! Non stiamo parlando affatto di segreti di Stato.

Michail Nenašev: Nell’economia, nella lotta tra concorrenti, nella competizione industriale da noi a suo tempo sono stati tollerati casi scandalosi, in cui tutti i segreti sono stati comprati e venduti. Semplicemente venivi e prendevi.

BBC: Ma esiste il concetto di spionaggio industriale, che non rientra affatto in quello di alto tradimento.

M. N.: Questo è un modo giuridico di argomentare, ma nella vita reale tutto è legato. Tutti questi emendamenti, a causa dei quali ora si comincia a far rumore, sono legati all’introduzione di un ordine elementare.

Da noi si poteva portar via, vendere, dare via ciò che si voleva senza alcun pericolo. Pensare che dietro questo paravento si cominci a perseguitare le persone che semplicemente si incontrano con stranieri, semplicemente lavorano con questa o quell’altra compagnia vuol dire pervertire consapevolmente i fatti. Non si hanno tali intenzioni.

B. N.: Io, a differenza del signor Nenašev, ho letto la legge. Mi tranquillizzerei e mi rallegrerei soltanto, se si trattasse esclusivamente di segreti. Ma qui si parla anche di altre informazioni, se possono essere utilizzate contro gli interessi dello Stato. Ma che succederebbe, se qualcuno poi decidesse che la nostra intervista ha arrecato un danno agli interessi dello Stato?

M. N.: Bisogna guardare la legge nell’aspetto finale. Alcune cose saranno precisate nel corso della seconda e della terza lettura. Nessuno intende lottare contro la dissidenza dietro al paravento della lotta allo spionaggio.

D. S.: Un enorme flusso di informazioni in tutte le direzioni è tipico della società moderna. E’ segno di salute.

BBC: In effetti non succederà che la quantità di contatti di affari e scientifici diminuirà e ne verrà più danno che utilità?

M. N.: Si sta cercando una garanzia legale ottimale per lo sviluppo del paese.

B. N.: Ancora un momento. Una legge del genere era possibile ai tempi di Stalin, quando singole persone avevano a che fare con stranieri e si poteva mettere un agente [11] accanto ad ognuna. Ma noi viviamo in un paese che ha un milione e mezzo di cittadini che vivono costantemente all’estero e sette milioni che ogni anno vanno avanti e indietro da là. Come seguire milioni di contatti?

BBC: Lei teme cioè un’applicazione selettiva della legge?

B. N.: Sarà proprio così.

M. N.: Quando all’inizio degli anni ‘90 abbiamo approvato leggi, che hanno permesso di costruire una piena democrazia, ciò ha portato all’anarchia, al fatto che il mio ha cominciato a indebolirsi sempre più. L’approvazione di questi emendamenti porterà autodisciplina e autoregolamentazione nella società.

http://www.ingushetia.org/news/17199.html
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma.

[2] “Serata alla BBC”.

[3] Partito di orientamento liberale.

[4] Fondazione per gli studi di politica interna e internazionale.

[5] Giudice associato della Corte Suprema degli USA.

[6] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[7] La “guida” del popolo sovietico era Stalin; il termine vožd’ è lo stesso che Duce o Führer.

[8] Allusione al fatto che alla fine dell’epoca staliniana la pena normalmente erogata per attività antisovietiche era passata da 10 a 25 anni.

[9] Igor’ Vjačeslavovič Sutjagin, esperto di armi nucleari, accusato di spionaggio.

[10] Le leggi russe vengono identificate dal titolo.

[11] Gèbist, cioè membro dello MGB (Ministerstvo Gosudarstvennoj Bezopasnosti – Ministero della Sicurezza dello Stato) o del KGB (Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti – Comitato della Sicurezza dello Stato).


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/back-to-ussr-again-and-again-torna-pure.html

A proposito di Kadyrov (XIII)

Un autunno di uccisioni a colpi d’arma da fuoco

A ricevere informazioni del genere dalla Cecenia ci eravamo già disabituati

La fine dell’autunno in Cecenia è risultata sanguinosa in modo raro.

Nella notte del 23 novembre nel villaggio Sadovoe nel distretto di Groznyj è stata fatta esplodere un’automobile Niva e sono morte quattro persone. Tra queste c’erano il vice-comandante del contingente di guardia non istituzionale [1] di un complesso gas-petrolifero Leča Talchadov e il consigliere del muftì della Cecenia Magomed-Šerip Dadaev.

Il 27 novembre sul territorio della repubblica sono stati trovati i cadaveri di otto donne. Il metodo di uccisione è stato esattamente identico per tutte: una scarica di armi automatiche e un colpo di grazia [2] alla testa.

Il 28 novembre alla periferia di Groznyj sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco due ragazzi del villaggio [3] Pervomajskaja, un terzo – Il’jas Abdurachmanov – è riuscito a fuggire. Il 29 novembre si è recato spontaneamente alla Sezione territoriale della polizia (ТОМ [4]) del distretto di Groznyj e non è più tornato a casa. Della sua sorte finora non si sa niente.

Il 30 novembre sono stati sequestrati i quattro fratelli Ilaev, tre dei quali sono stati uccisi, uno (in età scolare) è tornato a casa con segni di torture.

Le versioni ufficiali, rilasciate dalle autorità cecene e dagli inquirenti, si sono rivelate prevedibili.

L’uccisione del vice-comandante del contingente petrolifero Talchadov è stato un atto terroristico.

L’uccisione dei fratelli Ilaev e dei ragazzi di Pervomajskaja sono state un’operazione speciale per l’eliminazione [5] dei wahhabiti [6].

L’uccisione seriale di donne a colpi d’arma da fuoco è stata una vendetta dei parenti per la prostituzione.

L’atto terroristico

Il vice-comandante del contingente petrolifero Leča Talchadov era un poliziotto noto e rispettato in Cecenia. Iniziò il suo servizio ancora sotto il potere sovietico. Ai tempi di Ramzan Kadyrov lottava contro gli abusi dei “kadyroviani” [7], tentò di portare ordine nel contingente petrolifero e liberò persone sequestrate con i propri uomini, quando ne fu in grado.

Il 22 novembre a tarda sera vicino a casa Talchadov nel villaggio di Sadovoe nel distretto di Groznyj la macchina Niva appartenente a Talchadov è stata colpita con armi da fuoco. Al rumore degli spari i vicini sono accorsi, lo stesso Leča e suo nipote Zejndi sono usciti di casa. E in quel momento è risuonata una potente esplosione – vicino alla Niva era stato posto un ordigno. Leča è morto.

L’agenzia di informazioni ufficiale della Repubblica Cecena “Grozinform” ha paragonato questo atto terroristico alla nota esplosione di una UAZ [8] nel villaggio di Znamenskoe [9] nel 2005. In effetti è stato seguito lo stesso schema. Solo che l’agenzia di informazioni non è stata a dire che l’atto terroristico di Znamenskoe non fu affatto organizzato da militanti, ma dai killer del reparto “Gorec” [10], capeggiati dal tenente colonnello dello FSB [11] Movladi Bajsarov. Il crimine era diretto contro gli agenti dello ROVD [12] e dello FSB di Znamenskoe, che erano in concorrenza con gli uomini di Bajsarov nell’approvvigionamento illegale di petrolio.

Ed ecco che nel caso di Leča Talchadov sono apparse le tracce degli ex combattenti del reparto “Gorec”. Fra l’altro secondo la stessa logica di Znamenskoe.

Allora, per nascondere la partecipazione dei killer del “Gorec” all’esplosione della piccola UAZ, furono trovati dei capri espiatori [13] tra i pastori locali. Sotto tortura estorsero da loro le necessarie confessioni.

Nel caso di Leča Talchadov la caccia ai suoi assassini è stata condotta dal capo della Polizia territoriale Chusejn Magomadov, noto a tutta la repubblica con il soprannome “Iran”. Magomadov è un combattente del reparto “Gorec” passato dalla parte di Kadyrov durante il conflitto di quest’ultimo con Movladi Bajsarov. Dopo l’uccisione di Bajsarov Iran ha mantenuto le armi, il buon posto e il favore di Ramzan.

Al momento Iran si è messo in luce in due operazioni speciali per la ricerca e l’eliminazione di persone ritenute aver preso parte all’uccisione di Leča Talchadov. Da una parte l’attività di Talchadov è comprensibile – c’è un’informazione operativa, secondo cui il comandante del contingente petrolifero Šarip Demel’chanov avrebbe promesso una grossa ricompensa (5 milioni di rubli [14]) a chi trovasse gli assassini di Talchadov.

D’altra parte stupisce che non si sia neanche cercato di prendere vivi e mettere sotto processo i presunti assassini di Talchadov. Al contrario, sono stati tutti eliminati.

L’operazione “arruolatore”

Alla fine di novembre nel villaggio di Radužnoe nel distretto di Groznyj ha iniziato a operare il procacciatore Lom-Ali Arsanukaev. Ci sono dati operativi che consentono di parlare dei legami di Arsanukaev con il capo del TOM del distretto di Groznyj Iran e il suo parente Ramzan Groznyj.

Arsanukaev riuscì ad arruolare “tra i militanti” due abitanti del villaggio di Radužnoe – i giovani Il’jas Abdurachmanov e Ibragim Pajzulaev e anche l’abitante della borgata di Dolinskij Anzor Salgiriev. La partenza per darsi alla macchia era fissata per il 28 novembre. I giovani, su ordine di Arsanukaev, giunsero a Groznyj. Arsanukaev li fece sedere nella propria macchina e li portò alla periferia della città. Poi uscì dalla macchina, ordinando ai ragazzi di aspettare.

I militanti non ancora divenuti tali aspettarono Arsanukaev molto a lungo e alla fine decisero di tornare a casa. Ma al più vicino posto di blocco, presso il villaggio di Proletarskoe, fu aperto il fuoco sulla macchina. Anzor Salgiriev e Ibragim Pajzulaev morirono, Il’jas Abdurachmanov riuscì a fuggire. Giunse a casa. Al mattino, cedendo alle preghiere della madre, andò a costituirsi dal capo del TOM del distretto di Groznyj Iran. Iran dichiarò che avrebbe dovuto portare Il’jas Abdurachmanov dal comandante del contingente petrolifero Šarip Demel’chanov, poiché Il’jas era sospettato di complicità nell’omicidio di Leča Talchadov. Dopo di che Il’jas è scomparso. Sua madre non riesce a ottenere alcuna informazione sulla sua sorte.

Peraltro sul nastro della “Grozinform” è apparsa notizia di “membri attivi” del sottosuolo banditesco, “che hanno opposto resistenza armata e sono stati eliminati dal fuoco di risposta durante le misure operative di ricerca”.

I “membri attivi” erano Anzor, Ibragim e Il’jas, scomparso senza lasciare traccia.

Il’jas, fra l’altro, aveva solo 18 anni. Due anni fa suo padre è morto e Il’jas era, essenzialmente, colui che dava da vivere alla famiglia. Alla madre di Il’jas sono rimasti altri sei figli…

I fratelli Ilaev

Il 30 novembre i combattenti di Iran hanno fatto irruzione in casa Ilaev.

La famiglia Ilaev si era appena rimessa in piedi. Solo poco tempo fa avevano ricevuto un risarcimento per la casa a Bamut [15] distrutta durante la guerra (fra l’altro, come usa nella repubblica, hanno pagato una bustarella pari al 50%). Non di meno hanno potuto comprare una casina piccolissima nel villaggio di Pervomajskaja nel distretto di Groznyj. I figli maggiori degli Ilaev avevano un buon lavoro. Zurab era in servizio nello stesso contingente petrolifero e Achdan si era impiegato come custode di una sezione del Fondo pensionistico. In famiglia aspettavano di giorno in giorno un nuovo arrivo – la moglie di Achdan, Zarema, doveva partorire. E per il padre degli Ilaev Datcha si era avverato il sogno della vita: il 28 novembre era partito per lo hajj [16].

Verso le otto di sera uomini in tuta mimetica mascherati hanno fatto irruzione in casa, hanno portato via Achdan e poi il fratello mezzano Al’vi. Hanno spinto in macchina anche delle donne – Zalina Ilaeva e Zarema, incinta. Hanno preso via il diciassettenne Imam Ilaev.

Sono stati portati nell’edificio della Sezione territoriale della polizia del distretto di Groznyj. Da Iran. Zalina ha rammentato l’ufficio con uno strano, lungo tavolo spoglio. Là hanno portato i fratelli Ilaev. Le donne sono state portate nella stanza vicina. Hanno sentito grida terribili, Zalina ha riconosciuto le voci dei fratelli. Zalina si è sentita male. Le hanno lasciate andare a casa. E’ tornato vivo anche il diciassettenne Imam, il suo corpo era tutto un livido.

Al’vi e Achdan non sono tornati.

Il giorno dopo in casa Ilaev giunse un ispettore di polizia e disse che i fratelli erano sospettati dell’omicidio di Leča Talchadov. Il 2 ottobre nel sito di “Grozinform” comparve la notizia: “…mentre venivano passati al pettine i luoghi tra i centri abitati di Nagornoe e Kerla-Jurt durante uno scontro a fuoco che ha avuto luogo sono stati eliminati due membri di formazioni armate illegali”. Cioè Al’vi e Achdan Ilaev…

Il 3 ottobre la madre fu chiamata all’obitorio per il riconoscimento. Era difficile riconoscere i cadaveri di Al’vi e Achdan. Avevano segni di emorragie sottocutanee, ferite orribili e le teste crivellate.

Il 4 ottobre gli Ilaev vennero a sapere che tre giorni prima era stato sequestrato, mentre andava a prendere servizio (nello stesso contingente petrolifero) il quarto figlio – Zurab Ilaev. Il sequestro era avvenuto, a ben vedere, con i comandanti di Zurab a conoscenza del fatto. Il corpo fu trovato solo l’8 dicembre in una discarica a 200 metri dalla base del reparto “Sever” [17] dei kadyroviani. Zurab era stato picchiato e soffocato.

Le donne

Il contemporaneo e vistoso omicidio di otto donne ha fatto rumore non solo in Cecenia, ma anche in Russia. E perfino nel resto del mondo. I giornalisti stranieri hanno bombardato di chiamate gli attivisti per i diritti umani e i giornalisti ceceni e hanno scritto: così i parenti hanno punito alcune cecene per il loro comportamento amorale secondo i costumi locali.

Questa versione assurda è stata sostenuta anche dalla leadership cecena. Ramzan Kadyrov si è espresso retoricamente: be’, se una donna è amorale, non è un motivo per uccidere.

Lo stesso Kadyrov in quasi tutti gli interventi pubblici accusa le cecene moderne di depravazione, di leggerezza, di degenerazione “occidentale”. Invita a tornare ai valori musulmani tradizionali. E non si limita agli inviti!

A sentire l’entourage di Kadyrov viene fuori che tutti i giovani ceceni sono potenziali wahhabiti (e šaitany [18]), e tutte le giovani cecene vanno a prostituirsi. Il più delle volte di questo si preoccupano i più noti militanti e depravati del recente passato.

Ma l’ipocrisia, come sempre, viene fuori. E fin d’ora le informazioni operative confermano questa regola. A causa di orge sessuali si è contagiato con il virus HIV uno dei comandanti di Kadyrov. Questi ha contagiato anche due sue mogli. Similmente, secondo i medici, risulta infetta una lista di suoi partner sessuali. Evidentemente anche qui è stata fatta una lista. Solo in Cecenia questa è divenuta anche una lista di persone da uccidere a colpi d’arma da fuoco. L’omicidio seriale per vendetta è al giorno d’oggi l’unica versione realistica per la morte di quelle donne. I parenti non c’entrano per nulla.

In effetti, perlomeno cinque delle donne uccise si possono considerare “donne di facili costumi”. Tra queste suscita un particolare interesse la daghestana Petimat Magomedova, registrata come residente a Kizljar [19].

E’ stato stabilito che la Magomedova viveva da molto tempo a Groznyj e che a suo tempo fosse strettamente legata a Movladi Bajsarov e, di conseguenza, ai militanti del reparto “Gorec”. Secondo gli agenti operativi, proprio per mezzo della Magomedova gli agenti dell’UBOP [20] ceceno scoprirono un’intera serie di crimini. Tra questi anche quelli compiuti direttamente dagli uomini di Bajsarov. Secondo dati operativi, fino agli ultimi tempi Petimat Magomedova mise ragazze sul mercato sessuale clandestino ceceno. In particolare lo stesso Iran, che per molto tempo era stato un collaboratore del reparto “Gorec”, non poteva non conoscere Petimat Magomedova.

Si decideranno gli inquirenti a collegare l’omicidio delle donne all’entourage di Kadyrov?

Finora i casi delle donne uccise non sono stati neanche uniti in un solo fascicolo, la versione della “vendetta dei parenti” non è stata rigettata. Ma allo stesso tempo persone vicine al presidente ceceno parlano cinicamente di un possibile “seguito”: la lista di persone da uccidere, pare, è molto lunga…

Tutta questa situazione rappresenta una minaccia concreta per le donne cecena. Tra le “vittime del 27 novembre” sono capitate del tutto casualmente Madina e Kuban Èl’saeva. Madina e Kuban erano comuni cecene oneste. Ognuna di esse ha lasciato figli e parenti. I funerali e il pranzo in onore di Madina e Kuban [21] si sono svolti pubblicamente. Le hanno sepolte i loro mariti.

In genere in Cecenia le donne con una reputazione macchiata vengono sepolte in gran segreto.

Magomet Aliev,
articolo speciale per la “Novaja gazeta”,
Cecenia

15.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/93/20.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] A guardia delle installazioni petrolifere russe ci sono veri e propri eserciti privati poco regolamentati.

[2] Letteralmente (e cinicamente) “di controllo”.

[3] Stanica, cioè villaggio costruito dai cosacchi.

[4] Abbreviazione della dicitura russa Territorial’nyj Otdel Milicii.

[5] Letteralmente “annientamento”.

[6] “Wahhabita” in Russia è sinonimo di “terrorista islamico”.

[7] Kadyrovcy, i terribili uomini dell’esercito privato di Achmat Kadyrov, passato in eredità al figlio Ramzan come la carica del presidente.

[8] Ul’janovskij Avtomobil’nyj Zavod (Fabbrica di Automobili di Ul’ajnov), casa automobilistica nota anche in Italia.

[9] Nella Cecenia nord-occidentale.

[10] “Montanaro”.

[11] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l’erede del KGB.

[12] Rajonnoe Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione Provinciale degli Affari Interni), in pratica la polizia provinciale.

[13] Letteralmente “addetti allo scambio ferroviario”, secondo il detto russo “la colpa è sempre dell’addetto allo scambio ferroviario”.

[14] Oltre 130.000 euro.

[15] Nella Cecenia occidentale.

[16] Il pellegrinaggio alla Mecca, che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella vita.

[17] “Nord”; i reparti dei kadyroviani hanno i nomi dei punti cardinali.

[18] Gli esseri malefici della demonologia islamica e per estensione gli uomini totalmente perversi.

[19] Città del Daghestan occidentale, al confine con la Cecenia.

[20] Upravlenie po Bor’be s Organizovannoj Prestupnost’ju (Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata).

[21] Nella tradizione russa e cecena i parenti dei defunti offrono ad amici e parenti un pranzo, che è considerato parte integrante del rito funebre.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/menzogne-e-orrori-dietro-la-facciata.html